Alba Fucens. Anche le aree archeologiche tornano visitabili in Abruzzo: quella di Iuvanum a Montenerodomo, in provincia di Chieti, la città romana di Alba Fucens, il Santuario di Ercole Curino a Sulmona e quello di Ocriticum a Cansano e la necropoli di Campovalano a Campli con la ricostruzione del tumulo sepolcrale. Dopo l’emergenza sanitaria e con le disposizioni che consentono gli spostamenti all’interno e tra le regioni, le riaperture delle aree archeologiche sono l’occasione per riavviare il turismo culturale in Abruzzo.
“Nel post-Covid ci sarà una vera e propria rivoluzione degli itinerari turistici”, afferma la Soprintendente Rosaria Mencarelli, “soprattutto per le aree interne, dove i beni culturali per lungo tempo sono stati ai margini di flussi di percorrenza e di visita”. E’ l’occasione per i centri minori della regione di giocare un ruolo diverso, proponendosi ad un turismo di prossimità e rivolgendosi ad un’utenza locale e non colonialistica nei confronti dei territori aiutando allo stesso tempo il decongestionamento delle mete più frequentate.
L’area archeologica del municipium di Iuvanum, liberamente visitabile fino al tramonto, rappresenta una delle città romane più importanti d’Abruzzo, abitata tra II sec.a.C. e VI sec. d.C., con tracce di frequentazioni più antiche (dall’età del Bronzo) e più recenti (chiesa e convento cistercensi dal XII secolo).
L’antica colonia latina di Alba Fucens fu fondata dai Romani nel 303 a.C. nel territorio degli Equi, a nord del lago Fucino, in un contesto ambientale e paesaggistico di grande fascino. Le campagne di scavo condotte dagli studiosi belgi a partire dal 1949 e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo dal 2006 hanno riportato alla luce parte dell’abitato, circondato da mura in opera poligonale e suddiviso in isolati regolari al cui interno sono collocati gli edifici pubblici e privati. Alle pendici della collina di San Pietro, sulla quale sorgeva il tempio di Apollo, è l’anfiteatro (inizi I sec. d.C.); del teatro è leggibile la cavea lungo il colle Pettorino sulla cui sommità era situato un altro tempio.
Il Parco archeologico del Santuario di Ercole Curino è alle pendici del Monte Morrone, in località Badia di Sulmona ed è una delle più importanti aree sacre d’Abruzzo, con la sua caratteristica struttura di santuario terrazzato che dall’età ellenistica (IV-III sec.a.C. ) ebbe fasi di vita e di ricchezza fino alla metà del II sec.d.C.
Il Parco Archeologico di Ocriticum, nel Comune di Cansano è situato ai margini dell’area del Parco Nazionale della Maiella, La cronologia della frequentazione del sito è compresa fra l’età protostorica, l’età romana e il periodo tardoantico – altomedievale, come documentano i materiali recuperati, tra cui importantissimi oggetti votivi.
La necropoli picena di Campovalano, a Campli, utilizzata dal X al II secolo a.C. si estende per circa un ettaro e mezzo ed ha restituito, fino ad ora, 624 tombe. Nell’area è possibile visitare da lunedì a venerdì ore 9-15,30, la ricostruzione, in scala 1:1, del più grande tumulo rinvenuto in Abruzzo, 25 metri di diametro, all’interno del quale si trova la tomba appartenuta al personaggio più importante del suo tempo.