L’Aquila. Il picco dei contagi da coronavirus in Abruzzo deve ancora arrivare e rischia di essere imprevedibile. Secondo i dati della grande maggioranza di medici ed epidemiologi, il picco in tutto il Centro Sud è previsto tra la fine di marzo e la metà aprile. L’impatto non è ancora chiaro, ma determinante sarà la capacità del mezzogiorno di rispettare la quarantena. L’Abruzzo teme, dopo le fughe dal Nord i cui effetti ormai non sono più contenibili, gli ingressi da Roma, dove la situazione esploderà nelle prossime settimane.
Richieste ignorate delle Regioni. Lo hanno capito tutti i governatori delle regioni del Centro e del Sud, come Marsilio che ha chiesto al governo, senza però ottenerle, due super zone rosse in Abruzzo, o come il governatore della Puglia, Michele Emiliano e quello della Sicilia, Nello Musumeci, che si sono scagliati contro i mancati controlli per gli ultimi treni notturni pieni di fuggiaschi dal Nord, bloccati solo ora, quindi troppo tardi, dal Governo.
E’ troppo tardi. In Abruzzo, ma in tutto il Centro e al Sud, si attendono nuovi positivi a causa del comportamento che ha portato alla “fuga dal nord” dello scorso fine settimana nella sera del decreto del Governo, ma anche per le famose “settimane bianche” non interrotte.
L’Abruzzo non ha posti per un eventuale picco. Ogni governatore fa i conti e fissa un limite di contagi in base alle disponibilità. In Abruzzo tutto ciò è molto limitato. I posti sono già al limite e con un eventuale aumento si andrebbe in tilt. In Campania, il governatore Vincenzo De Luca azzarda una previsione matematica. “Calcolando lo scenario più grave, avremo bisogno di 150 posti letto in terapia intensiva entro il 14 aprile. Dobbiamo, quindi, reggere un mese e mezzo o due mesi così da non avere nessun medico che dovrà scegliere chi deve vivere e chi deve morire”.
L’Abruzzo ha gli occhi puntati su Roma. Nella Regione Lazio i casi si moltiplicano (ieri oltre 70 nuovi positivi). Si avanza ancora a una percentuale del 30-35% che viene considerata accettabile. Se i casi attuali sono 242, la situazione è ancora sotto controllo perché il limite massimo affinché non ci sia sovraffollamento, fissato nel numero di 1.500, non sarà raggiunto nell’immediato avendo quindi il tempo necessario per dimettere chi guarisce e organizzare gli ospedali. Il problema è in Abruzzo che, alla luce dei collegamenti e del pendolarismo con Roma rischia contagi di provenienza dalla Capitale. Una situazione che l’Abruzzo non sarebbe in grado di sostenere.
La previsione tecnica. Nella stima contenuta nella relazione tecnica del provvedimento economico del Governo, gli esperti ipotizzano che il picco nazionale si potrebbe raggiungere tra lunedì e martedì prossimi con 4.500 nuovi contagi in un solo giorno, mentre è fissata al 25 aprile, scelta anche come data simbolica, la fine dell’epidemia con circa 92mila contagiati in totale. In Abruzzo il picco dovrebbe arrivare quando a Nord la situazione è in grande miglioramento. I dati rappresentano una media, infatti ogni zona del Paese avrà un periodo di picco differente.