Avezzano. Il risveglio dell’orso: anche se un po’ in anticipo il famoso M49 è tornato, appena uscito dal letargo è subito di nuovo su tutti i giornali. Indovinate perché? Fuggito la scorsa estate dal Casteller, dove era stato imprigionato dalla Provincia di Trento, il plantigrado oggi si è fatto notare nel Vanoi per aver distrutto un’arnia in un’azienda agricola in val di Fiemme.
“Per rendersi conto del livello di degrado che abbiamo raggiunto”, spiega Riccardo Manca, vicepresidente degli Animalisti Italiani, “è sufficiente leggere le ultime notizie che riguardano il meraviglioso orso M49 reo, dopo essersi svegliato dal lungo letargo invernale, di aver rubato del miele in Val di Fiemme. C’è di che restare sbalorditi”.
“Un orso che ruba il miele”, precisa, “roba da ‘manuale delle giovani marmotte’, ma che secondo la specie “sapiens” è sufficiente per renderlo “oggetto” di particolari attenzioni e di assidui monitoraggi: il problema è che il tutto avviene sotto l’egida (nefasta) della Provincia di Trento. Provincia tristemente famosa per aver già ammazzato ben 2 mamme orso (Daniza e KJ2) con i cuccioli al seguito (che probabilmente avranno fatto la stessa fine). Più volte come Animalisti Italiani ci siamo scagliati contro i mortiferi “piani di gestione degli orsi e dei lupi”; lo abbiamo fatto con tutte le nostre forze e continueremo a farlo, ben consci che tutelare la vita di chi non può difendersi e non ha colpe sia il fondamento di ogni vero progresso morale e civile”.
“Ora siamo all’assurdo”, tuona Manca, “questa creatura fu imprigionata in un recinto; scappò rischiando la vita eludendo una recinzione elettrificata di ben 7mila volt. Cos’altro deve succedere per far capire all’uomo che il plantigrado chiede solo di essere lasciato in pace? In virtù di enormi interessi economici stiamo assistendo a un autentico depauperamento della biodiversità oltre che a un’indebita intromissione nelle leggi “perfette” di Madre Natura. L’orso è una specie altamente protetta e i casi di pericolo per l’uomo sono praticamente inesistenti: siamo noi ad aver invaso il loro habitat e non il contrario. Non dimentichiamolo”.
“Ringraziamo il ministro Costa, che si è già dimostrato molto sensibile alle tematiche riguardanti la tutela del benessere degli Animali e auspichiamo che anche questa volta non distolga la sua attenzione da un argomento così importante”, conclude, “ha voluto chiamarlo Papillon e di questo gliene siamo grati. Ogni essere senziente ha una precisa individualità e fa parte del “tutto” insieme a ognuno di noi. Tutti amano la vita: tutti temono la morte e tutti tremano di fronte alla violenza”.