Di #storiedisuccesso non se ne incontrano tante, o almeno di quelle davvero autentiche. La realtà che stiamo per farvi conoscere rientra tra queste ultime. A deciderlo non siamo noi, ma è il lungo percorso ricco di passione, sacrifici e difficoltà che ha trasformato un piccolo forno a legna destinato alla produzione di pane, in una grande azienda dolciaria affermata in tutto il territorio nazionale e internazionale.
Per capire di chi stiamo parlando basterà nominarvi le ferratelle abruzzesi: i dolci che hanno dato il via al fortunato cammino della Dolciaria Cerasani, appunto. Tra i primissimi a lanciare sul mercato questa tipicità made in Abruzzo. Si parte da lontano. Dal 1952, precisamente. E’ stato l’imprenditore marsicano Attilio Cerasani, titolare dell’omonima azienda, a dirci qualcosa in più. Ecco la sua storia…
Partiamo con una gioco: sei di fronte a un estraneo che vuole conoscere la Dolciaria Cerasani ma ha solo tre minuti di tempo per ascoltarti. Come riassumi la storia di un’azienda che vanta oltre mezzo secolo di esperienza?
La storia della Dolciaria Cerasani si potrebbe dividere in tre fasi principali. La prima include l’apertura di un vapoforno per la panificazione, unico a quel tempo in Italia, a opera di mio nonno Attilio. Da lì è partito tutto: dopo un primo momento dedicato alla sola produzione di questo alimento, hanno iniziato ad essere infornati anche dolci rigorosamente legati alle antiche tradizioni abruzzesi come gli amaretti, i mostaccioli, i torroncini e le ferratelle di cui vi parlerò tra poco. La seconda fase corrisponde al trasferimento dell’azienda nel nuovo stabilimento a Pescina, dove tutto ha cominciato ad essere pensato più in grande. Infine, l’idea di allargare i nostri orizzonti sia in termini di produzione che di mercato si è realizzata: diverse sono oggi le tipologie di dolci di cui ci occupiamo e che vengono distribuite non solo in tutta Italia ma anche all’estero.
…all’estero?!
Ebbene sì. Siamo riusciti a portare la bontà della tradizione abruzzese non solo in tutte le regioni italiane, ma anche al di fuori dei confini nazionali. I nostri prodotti partono da Pescina e arrivano nella maggior parte dell’Europa orientale, in Canada e in Australia dove nessuno riesce a dire di no alle ferratelle. Oltre a queste, però, elevata è la richiesta di altri prodotti di nostra produzione come le sfogliatelle e i cannoli siciliani.
Raccontaci qualcosa del vostro processo produttivo…
Io ritengo la mia azienda una grande pasticceria e non una industria dolciaria perché il tipo di clientela finale che abbiamo è composta da operatori del settore che apprezzano la qualità della merce. Il raggiungimento di un livello così alto è dovuto all’elevato numero di persone (parliamo di 40 dipendenti tutti provenienti dalla Marsica), che svolgono un lavoro manuale, al fine di riuscire a curare ogni singolo dettaglio. Le macchine che abbiamo sono solo di supporto alle formature dei prodotti. Tre, invece, sono i magazzini in cui dividiamo il ricevimento, scarico e controllo delle materie prime, il confezionamento dei dolci e il posizionamento dei prodotti finiti, pronti alla spedizione.
Ci sveli qualche aneddoto sulle ferratelle?
Vi racconto solo qualche curiosità senza lasciarmi sfuggire nessun ingrediente segreto. Nella fabbrica c’è un apposito locale in cui vengono prodotte. Un lato è destinato alle ferratelle morbide – che noi chiamiamo “morbidelle” – e l’altro è destinato alle ferratelle friabili. Le macchine di cui ci serviamo per questo tipo di produzione simulano il tradizionale ferro della nonna: il meccanismo è lo stesso. Il sistema di raffreddamento naturale è integrato con la produzione, in seguito al quale, le ferratelle vengono confezionate. La mia mission e ambizione come imprenditore è quella di far conoscere ancora di più questo prodotto, oltre i confini regionali. Quando prendo parte a fiere nazionali o internazionali mi accorgo che sono molto apprezzate e che incrociano il gusto di persone italiane e non.
Ma come riuscite a distinguervi in un territorio in cui la produzione dei dolci è molto diffusa?
Oltrepassando la ovvia presenza di fattori quali la qualità dei prodotti (da sempre, e sottolineo da sempre, senza olio di palma e senza grassi idrogenati) e passione, a distinguerci dagli altri è la nostra specializzazione nelle ferratelle. Ma sapete qual è l’aspetto più curioso?
La capacità produttiva. Essa corrisponde a 20 quintali giornalieri. Un numero non facilmente raggiungibile da chiunque. Inoltre, ci abbiamo sempre creduto nel nostro progetto. Abbiamo lavorato sodo per arrivare a un prodotto che viene apprezzato oggi da tutti grazie anche alla sua versatilità. Può essere mangiato infatti con la crema, marmellata, gelato…
Com’è fare impresa nella Marsica?
Non è facile. La nostra posizione è strategica ma ci sono alcune difficoltà: non si trovano spesso le giuste materie prime o pezzi di manutenzione di macchine tecnologicamente avanzate a meno che non si percorrano chilometri di distanza. In più, manca un punto nodale da cui far partire un rete di trasporti organica.
Ma noi ci diamo da fare per ovviare a ciò: il 90% della distribuzione avviene con mezzi nostri che arrivano in tutte le regioni d’Italia – eccetto le isole – settimanalmente o al massimo ogni 15 giorni.
La sensibilità e l’umanità quanto vi hanno aiutato a raggiungere questo risultato?
Tanto. Abbiamo sempre dato importanza al lato umano del nostro lavoro. Siamo orgogliosi del personale che, sbagliando o indovinando, trattiamo come fosse parte della famiglia. Fino ad ora questo tipo di rapporto stretto e amicale ci ha restituito grandi soddisfazioni. Essendo un lavoro che si bassa essenzialmente sulla manodopera, credo si debba vivere in un ambiente sereno circondato da un’atmosfera priva di troppe pressioni.
Sei curioso di scoprire come si realizzano le ferratelle? Guarda il video…