Avezzano. Favori tra poliziotti e imprenditori locali. E’ questa l’accusa su cui si basa l’inchiesta della procura della Repubblica di Avezzano che vede coinvolti tre agenti della polizia stradale di Avezzano e sei imprenditori marsicani.
Sul caso sono state chiuse le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Lara Seccacini, e svolte dagli agenti della stradale dell’Aquila. Nel mirino della polizia aquilana sono finiti i colleghi Giuseppe Esposito, ex comandante della stradale di Avezzano, Sandro Franchi ispettore superiore, Vincenzo Onofri, anche lui agente della stradale, e gli imprenditori Claudio Garofalo, Walter Garofalo, Marcello Garofalo, Mariano Perinetti, tutti e quattro di Trasacco, Angelo Lodini ed Enzo Finocchi, di Avezzano.
L’accusa, tutta da dimostrare, sostiene che tra gli imprenditori e gli esponenti della polizia di Stato sarebbero avvenuti degli scambi di favori. Per quanto riguarda l’ispettore superiore Esposito, ex comandante della sottosezione della polstrada di Avezzano e ora accusato di corruzione continuata in concorso, secondo la procura avrebbe ricevuto “utilità e in particolare rifornimenti gratuiti di carburante per uso personale” dai Garofalo per omettere “controlli su strada e verifiche con eventuali contestazioni di violazioni amministrative” durante l’attività di trasporto merci. Fatti, tutti da dimostrare, che sarebbero avvenuti, sempre secondo la procura, da novembre 2017 fino a tutto il 2018.
La stessa cosa sarebbe avvenuto, sempre secondo quanto riportato dal provvedimento di chiusura delle indagini, anche con la ditta Lodini. Dalla ditta Finocchi, inoltre, avrebbe ricevuto aperitivi, caffè e sigarette oltre al carburante. Sempre in cambio di favori, secondo quanto emerso dalle indagini svolte dalla polizia stradale dell’Aquila e coordinate dalla procura di Avezzano, Esposito avrebbe ricevuto, dalla ditta Perinetti Auto, anche tagliandi e cambi di pneumatici sulla propria auto. La contropartita sarebbe stata, secondo quanto emerge dall’inchiesta, una seri e di mancati controlli e verifiche. Sono stati accertati dagli investigatori, anche presunti rifornimenti di carburante in altre stazioni di servizio di Avezzano.
L’ispettore superiore Sandro Franchi è accusato invece di omessa denuncia di reato perché, secondo la procura marsicana, sapendo che i Garofalo avevano “alterato il funzionamento dei cronotachigrafi sui loro mezzi mediante l’utilizzo di magneti inibendo la regolare registrazione dei tempi di guida e di riposo, non aveva comunicato la notizia di reato all’autorità giudiziaria”. Allo stesso tempo avrebbe commesso il reato di falsità ideologica non sanzionando le ditte in questione per violazioni. Fatti che sarebbero avvenuti tra il 2012 e il 2018.
Accusato di non aver denunciato dei reati anche l’assistente capo coordinatore della polizia di Stato Vincenzo Onofri, sempre in servizio alla stradale di Avezzano. A suo carico anche diversi illeciti amministrativi. Soltanto dopo l’attenta lettura di tutto il carteggio processuale messo a disposizione da parte della procura si potrà dire la rilevanza degli accertamenti svolti dalla polstrada dell’Aquila e se tali accertamenti potranno reggere il vaglio dibattimentale.
Dalla difesa arrivano invece posizioni di estraneità ai fatti contestati. “Dalle imputazioni mosse ai miei assistiti e da una “sommaria” lettura del fascicolo”, ha dichiarato l’avvocato Roberto Verdecchia, che difende gli accusati insieme ai legali Pietro Antonio Palladini, Mario Flammini e Stefania De Simone, “mancando totalmente degli effettivi riscontri probatori, consistiti in indagini patrimoniali e riscontri bancari, mi sento di dover escludere ogni forma di responsabilità degli stessi. E ciò anche in considerazione che tutti gli imprenditori coinvolti sono stati sempre oggetto di sanzioni amministrative al codice della strada da parte della sottosezione di Avezzano”.