Canistro. Sono molte, purtroppo, nella Marsica e in Abruzzo le aziende in difficoltà oppure in crisi conclamata. Una condizione che precipita nell’ansia e dell’angoscia molti lavoratori, i quali rischiano il posto di lavoro ovvero lo hanno già perso. “A loro dobbiamo volgere lo sguardo all’inizio del nuovo anno, augurando una ripresa economica e stabilità occupazionale”, scrive in una lettera Salvatore Braghini, legale degli ex dipendenti della Santa Croce di Canistro. “Tra queste”, scrive Braghini, “nella qualità di legale che ha seguito i molteplici contenziosi, mi sia consentito di rivolgere un pensiero speciale ai lavoratori della ex Santa Croce, che, dopo quasi 4 anni dal licenziamento, ancora non intravedono concrete prospettive di ricollocazione. L’imbarazzante silenzio della Commissione incaricata dell’esecuzione del Bando, infatti, non aiuta certo a risollevare gli animi, considerando che la Regione Abruzzo ha pubblicato l’Avviso di gara per la partecipazione alla procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento della Concessione di Acque Minerali “S. Antonio – Sponga” il 12 e 13 febbraio 2019”.
“Da allora è passato quasi un anno, senza alcun progresso, eppure, diversamente dai due precedenti bandi, il nuovo Avviso pubblico non è stato impugnato avanti al Tar”, precisa il legale, “ben 6 mesi dalla prima seduta pubblica dedicata all’l’apertura delle buste per la verifica della documentazione amministrativa, infatti, non sono bastati per stabilire quali tra le due società in gara, Acque minerali San Benedetto Spa e Santa Croce srl, abbia diritto a sfruttare le preziose acque minerali. In questa stasi surreale, una sola certezza è venuta, purtroppo, ancora una volta, soltanto dalle aule dei tribunali: il Consiglio di Stato ha definitivamente escluso che la società Santa Croce, quale ultima concessionaria, abbia il diritto alla gestione provvisoria della concessione mineraria della fonte Sant’Antonio-Sponga. Dunque, occorre un vincitore, e subito. Ben 75 famiglie hanno passato queste feste nell’assoluta precarietà economica, costrette ad erodere gli esigui risparmi per sopravvivere”.
“Il loro dramma”, sottolinea, “è l’esatta cifra esponenziale della sofferenza di un intero territorio, paralizzato nel ganglio vitale della propria economia, colpito al cuore del peculiare sistema produttivo e sociale che lo caratterizza. E vero si, sono questi i giorni degli auguri: ma chi ha le responsabilità agisca, con scrupolo e con sollecitudine. Davvero non ci sono più alibi! Si renda giustizia ad una comunità”, conclude Braghini, “lo esigono la dignità di chi ha sempre vissuto del proprio lavoro, ed a causa della interminabile sequenza di delusioni sperimentate, rischia persino di perdere la fiducia nelle istituzioni e, ancor più gravemente, la stessa speranza”.