Avezzano. Un innovativo intervento per l’applicazione di un monitor cardiaco iniettabile. Arriva proprio dalla Marsica, da Avezzano, una nuova terapia che cambierà la vita di tantissimi pazienti cardiopatici. E’ stato infatti portato a termine alcune settimane fa dal cardiologo Fabrizio Guarracini, avezzanese doc, che lavora presso il Dipartimento dell’ospedale Santa Chiara di Trento, struttura all’avanguardia nel settore. In virtù della sua esperienza nell’ambito della elettrofisiologia interventistica e cardiostimolazione, è stato scelto tra i primi in Europa per il rivoluzionario intervento.
Questo piccolissimo sistema iniettato sottocute in pochi minuti tramite una minuscola incisione permette il monitoraggio delle aritmie cardiache per un periodo di tempo fino a quattro anni. Inoltre, rispetto ai tradizionali dispositivi, questo è compatibile con la risonanza magnetica. Consente al medico di monitorare da remoto il paziente, inviando i dati in modo sicuro e costante ed è molto più sofisticato, sensibile e preciso rispetto a quelli finora usati. Una vera svolta per centinaia di pazienti. Assieme a tutto il team della elettrofisiologia interventistica, il cardiologo marsicano ha recentemente portato a termine tre impianti consecutivi di defibrillatore sottocutaneo durante la stessa seduta operatoria. Non erano mai stati eseguiti precedentemente in Italia e in Europa tre interventi consecutivi con tale approccio.
L’innovazione consiste in una tecnica che evita l’anestesia generale, rende l’intervento privo di dolore, riduce le complicanze e permette di dimettere il paziente precocemente con una fase di recupero molto più rapida. Tale tecnica è stata descritta e pubblicata su importanti riviste scientifiche internazionali.
Il cardiologo marsicano, Fabrizio Guarracini, 37 anni, sta portando avanti insieme ai colleghi Massimiliano Marini, elettrofisiologo, e a Stefano Branzoli, cardiochirurgo, un progetto multidisciplinare con respiro europeo di interventi di chirurgia cardiaca mini invasiva per le aritmie cardiache più “resistenti”. Si tratta di casi per i quali le metodiche tradizionali per via percutanea non possono essere una risposta efficace, aumentando in questo modo il successo della procedura a distanza di tempo.
Membro della task force di Aiac (Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione), il giovane cardiologo di Avezzano ha recentemente collaborato alla pubblicazione del volume “Cardiac Elettrophisiology without Fluoroscopy” riguardante gli effetti dell’esposizione alle radiazioni nell’elettrofisiologia cardiaca. E’ stato inoltre scelto per eseguire l’impianto di un ultimissimo e innovativo device di chiusura dell’auricola atriale sinistra per via percutanea. Una tecnica efficace in un una più vasta popolazione di pazienti, rispetto al passato, con fibrillazione atriale ad alto rischio di emorragie. Inoltre, sta redigendo, con un team di esperti nazionali, un vademecum di management e strategie terapeutiche per il trattamento dello “storm aritmico” in pazienti con gravi patologie cardiache.