Tagliacozzo. Botta e risposta tra il primo cittadino di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, e Manuela Marletta, attuale consigliere di maggioranza. Dopo la presa di posizione del sindaco sui regolamenti comunali l’ex assessore all’Edilizia scolastica ha voluto, tramite una nota, chiarire la sua posizione e le accuse mosse dal sindaco.
“Caro sindaco”, ha scritto l’ex assessore, “in riferimento alle Sue dichiarazioni del 26 ottobre scorso pubblicate su Terre Marsicane ci tengo a precisare che è vero che il Comune non è né un Feudo né una baronia, ed è un concetto che ho ben chiaro tanto da pensare che le critiche che mi rivolge dovrebbe rivolgerle alla sua persona ed al modo di amministrare la nostra città che fa come fosse un Podestà infatti non perde mai occasione per far incidere il suo nome ovunque, così come faceva il Podestà e non i sindaci democratici, tra i commenti stupiti e ironici dei cittadini e dei numerosi e colti turisti”.
“Questa amministrazione è una farsa tragicomica fatta di fiori, di vestiti blu e cravatte nere, è la forma che pensa di essere sostanza in un delirio forse unico in un paese civile e democratico”, ha sottolineato la Marletta, “con il mio linguaggio bislacco e delirante le preciso che il Consiglio Comunale è l’organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo del Comune. E che secondo il regolamento Comunale, che le ripropongo nuovamente è riportato: ART. 11/1 I consiglieri comunali hanno diritto d’iniziativa su ogni argomento di interesse della comunità locale; ART. 5/1 Il Presidente del Consiglio ha Il DOVERE di tutelare la dignità ed assicurare l’esercizio delle funzioni allo stesso attribuite dalla legge e dallo Statuto ART 5/2: nell’esercizio delle sue funzioni la stessa Presidente a) informa la propria azione a rigorosi criteri di imparzialità a difesa delle prerogative dell’intero consenso e dei singoli Consiglieri; b) assicura un’adeguata e preventiva informazione a gruppi e ai singoli Consiglieri sulle questioni sottoposte all’organo consiliare; c) garantisce la partecipazione del Consiglio e dei singoli Consiglieri alle iniziative di rilievo per la vita cittadina”.
“ART. 21 – Deposito degli atti per la consultazione”, continua il consigliere comunale, “1. Tutte le proposte di deliberazione relative agli argomenti iscritti all’ordine del giorno, completate dai pareri, ad esclusione degli atti che costituiscono mero indirizzo e corredate di tutti i documenti necessari, sono depositate nell’ufficio di segreteria o in altro ufficio indicato nell’avviso di convocazione, entro quarantotto ore dell’inizio del Consiglio.
2. I consiglieri hanno diritto di consultare gli atti d’ufficio richiamati o citati nelle proposte di deliberazione depositate e nei relativi allegati e possono richiedere eventuale copia debitamente vistata dall’Ufficio di Segreteria. 3. All’inizio dell’adunanza le proposte ed i documenti devono essere depositati nella sala dell’adunanza e, nel corso di essa, ogni Consigliere, compatibilmente con le esigenze della presidenza, può consultarli”.
“E tutto questo non è mai accaduto nel rispetto del regolamento stesso e verso la mia persona”, ha precisato Manuela Marletta, “queste sono state le motivazione che per ben due volte mi hanno visto, dopo aver provveduto ad informare e far verbalizzare il Segretario Comunale, ad alzarmi ed andare via dalla sala Consiliare proprio per l’assoluta mancanza di rispetto delle persone e del regolamento stesso. Le consiglio nuovamente caro sindaco e consiglio alla stessa presidente di dedicare più tempo ad imparare le norme. Sempre continuando a delirare le chiedo di pubblicare le sue disposizioni in materia di politiche sociali (senza citare il programma elettorale perché sarebbe troppo facile)”.
“Inoltre “Non condividere” non significa contestare il Prefetto, il Questore e i comandanti provinciali delle forze dell’ordine tanto è”, continua, “che lei stesso, riporta tra virgolette la mia frase “La volontà dell’amministrazione comunale di ridurre l’orario di apertura dei locali notturni non trova il mio consenso” e qui lei mette in dubbio l’intelligenza dei cittadini di Tagliacozzo che sanno benissimo che “consenso” significa in questo caso essere o non essere d’accordo. Più incomprensibile le risulterà la severa batosta che le arriverà dall’elettorato arcistufo di lei e delle sue passerelle che sanno tanto di stantio e di decadenza culturale e umana.
Il suo sfogo accidioso”, ha concluso Manuela Marletta, “insultante e cattivo non può essere patrimonio culturale di un sindaco né tantomeno del sindaco di Tagliacozzo, perché Tagliacozzo merita molto di più”.