Avezzano. Come era facilmente prevedibile, la scelta di appoggiare il Pd al Governo ha creato una frattura insanabile tra i sostenitori del Movimento 5 Stelle. Ai grillini della prima ora, cioè coloro i quali vedevano nel pensiero pentastellato l’unica valida alternativa alla “mala politica” più volte dichiarata, non è andata proprio giù la scelta del leader Luigi Di Maio di affiancarsi ai democratici, da sempre additati come i principali responsabili della crisi italiana.
Inevitabile, quindi, che tale decisione abbia creato non solo pesanti malumori, ma anche e soprattutto conseguenze tra le fila di quanti speravano nella coerenza a lungo sbandierata durante la militanza nelle piazze italiane. Le prime perplessità, però, sorsero agli albori del governo gialloverde, quello a trazione M5s – Lega, apostrofato come “Governo del cambiamento”. Come è andata a finire, poi, lo sappiamo. E’ storia recente.
A detta di molti, quella che poteva essere l’occasione per ritornare alle origini e dare una sterzata a accordi e schieramenti bipolari, invece, si è trasformata in una “Pearl Harbor” che altro non ha fatto che gettare sale su una ferita già aperta. Ed ora dubbi e incertezze si moltiplicano rischiando seriamente di minare un percorso partito una decade fa.
Ad Avezzano il movimento creato da Beppe Grillo ha i suoi nodi da sciogliere. Gianluca Ranieri sembrerebbe essersi tirato fuori dal gruppo, non essendo più in linea con l’indirizzo politico intrapreso dai vertici del partito. Scelta, questa, che avrebbe un peso considerevole, specialmente alla luce del fatto che Ranieri, oltre a essere stato tra i primi promotori sul territorio, lavorando alacremente per dare visibilità al M5s, ha anche ricoperto il ruolo di consigliere regionale durante la legislatura D’Alfonso, portando a casa un notevole bagaglio d’esperienza da condividere con quelli che, ad oggi, sono ex compagni di viaggio.
L’ex consigliere regionale avrebbe più volte manifestato il proprio disappunto verso una linea politica ritenuta incoerente rispetto alle origini e, quindi, tale scelta non sorprenderebbe del tutto. Con Giorgio Fedele andato a prendere il suo posto tra i banchi del Consiglio Regionale, resta da decifrare la posizione di Francesco Eligi, consigliere di minoranza con Gabriele De Angelis sindaco. Se il primo continuerà a dare il proprio contributo ricoprendo una posizione ufficiale, non è detto che il secondo possa o, meglio ancora, voglia fare altrettanto.
E qui si ritorna a origine del discorso, e cioè a quella scelta in ambito nazionale che ha provocato una spaccatura netta tra quanti ambivano a diventare l’unico riferimento possibile per il popolo, per la gente comune, per chi non si rispecchiava più in una certa politica. Ranieri, Fedele ed Eligi, così come numerosi altri presenti ad Avezzano e nella Marsica, sono grillini della prima ora che hanno sempre manifestato attaccamento a determinati valori e modus operandi, gli stessi capaci di contraddistinguere l’esistenza del M5s all’interno dello scenario tricolore.
Ora che, invece, lo status quo è cambiato, non è più possibile nascondere la crisi d’identità che ruota attorno al M5s. Di quell’ardore, di quella passione, di quella ferocia che animava spiriti rivoluzionari determinati a spazzare via ogni forma di pensiero non condivisa o condivisibile sembra essersene persa ogni traccia. Il numero di coloro che non si riconosce più nella nuova versione del M5s aumenta giorno dopo giorno e la sensazione che alle prossime comunali di Avezzano ci si possa arrivare senza una lista valida, è una possibilità assolutamente concreta.
D’altronde, al netto dei tre nomi che hanno contribuito a creato un movimento nel Movimento – perdonatemi il gioco di parole – alternative non sembrano essercene. Certo, siamo a metà ottobre e i mesi che ci separano dalla prossima tornata elettorale verranno utilizzati per costruire e alimentare nuovi asset e protagonisti. Ma potrebbe non bastare. Se così fosse, sarebbe una sonora sconfitta che comprometterebbe anni di lavoro.