L’Aquila. La crisi economica non scoraggia gli italiani amanti della neve. Nonostante l’arresto dell’anno precedente, infatti, nel 2011 il turismo invernale in montagna ha visto 5 milioni di turisti del weekend e 5,3 milioni di vacanzieri settimanali per un giro d’affari pari a 7,3 miliardi di euro. Il dato è stato rilevato da Federalberghi attraverso circa 3.500 contatti telefonici con sistema C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interview), con un campione della popolazione italiana maggiorenne rappresentante circa 50 milioni di persone. Secondo la federazione degli albergatori, il turismo bianco è complessivamente aumentato passando da 8 milioni 464 mila individui nel 2007 a circa 10 milioni e 250 mila nel 2011 per un incremento del 21%. La crisi economica si è fatta notare, invece, sulla spesa pro capite comprensiva di trasporto, alloggio, cibo, impianti, corsi di sci e divertimenti per la settimana bianca: negli ultimi tre anni è stata pressochè stabile (circa 600 euro a persona) ma inferiore rispetto al 2007/2008 (circa l’8% in meno). È il Trentino-Alto Adige la regione al primo posto delle scelte degli italiani negli ultimi cinque anni con una media del 38,5% di domanda. Seguono il Piemonte e la Lombardia con l’8,9% e l’8,5), la Valle d’Aosta col 7,8%, il Veneto col 7,2% e l’Abruzzo col 7,1%, regione quest’ultima che pur trovandosi molto a di sotto della linea delle grandi vette, mostra di saper reggere bene la competizione. «Questi numeri – ha commentato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – fotografano un fenomeno che senza tema di smentita rappresenta il pilastro sul quale poggia l’economia turistica di molte realtà montane italiane: l’auspicio è che le politiche nazionali e le scelte promozionali possano supportare una simile risorsa che consente all’Italia di competere ad armi pari con nazioni a vocazione sciistica ben più antica della nostra».