Avezzano. “La sede distaccata di Giurisprudenza in Avezzano va salvaguardata e potenziata per permettere ai giovani di restare nella Marsica e di mettere a frutto qui i loro talenti. Un corso di laurea necessita almeno di un’aula magna per la didattica, di aule studio adeguate, di una biblioteca, di una segreteria studenti, di una connettività wi-fi, di una mensa, di bus navetta efficienti e di una sede prestigiosa”. A dichiararlo sono il segretario del Pd di Avezzano, Giovanni Ceglie, e Aurelio Cambise.
“Strada imboccata dalla precedente amministrazione comunale, che aveva avviato un percorso con l’Ateneo di Teramo mirato anche a portare in Marsica un corso di laurea nel campo agroalimentare, con sede a Palazzo Torlonia, per consolidare il 5° Polo Universitario d’Abruzzo. Quelle battaglie erano finalizzate alla realizzazione di un Campus universitario all’interno del Palazzo Torlonia con la già esistente sede distaccata di Giurisprudenza. Perché ci sia una valorizzazione reciproca sono di fatto necessari un lavoro ed un percorso sinergici in questa direzione”.
“Bisogna innanzitutto sciogliere un nodo all’origine, esprimendo la volontà politica di creare un nesso tra l’istituzione universitaria ed il territorio. I temi urbanistici che danno un ruolo all’Università dentro il tessuto cittadino devono essere oggetto di una programmazione condivisa, a medio e a lungo termine. L’Università non può essere un soggetto anonimo in una città anonima; essa si inserisce non in una città qualunque, ma proprio in un tessuto specifico, che ha una storia, una tradizione, dei valori, delle caratteristiche economiche e sociali”.
“Ogni città ha una vocazione specifica, che deve necessariamente confrontarsi con le istituzioni culturali e amministrative (Il Tribunale, l’Interporto, le ferrovie e le altre aziende di trasporto pubbliche e private, le aziende agricole, le scuole di ogni ordine e grado, le aziende sanitarie…). Insomma, se il nostro territorio non si interroga sul suo presente e sul suo futuro, cade di necessità nell’inerzia e rischia di rimanere indietro e non in linea con altri territori più progrediti della nostra Nazione. Perciò è necessario guardare lontano, perché stiamo già sperimentando da tempo l’isolamento e le conseguenze nefaste di tagli indiscriminati in tutti i settori”.
“Se si vuole che la città non diventi spettrale ancor di più di quanto non lo sia ora, occorre la capacità di valorizzare anche il ruolo che una sede universitaria, sia pure distaccata, può avere nella comunità locale. Siamo invitati tutti a non desistere e a richiedere con forza le cose buone fatte in passato e che rischiano di perdersi nel presente. Non lasciamo che facciano altri quello che possiamo fare noi”.
“Troppo denaro viene speso senza equità per inseguire privilegi a senso unico anche nei settori pubblici: manteniamo e valorizziamo tutto ciò che di buono ci hanno lasciato i nostri padri (Tribunale, strada ferrata, ospedali, sede distaccata di Giurisprudenza, CRUA ex CRAB, nucleo industriale, Interporto…), e non guardiamo con rassegnazione fatalistica le partenze sofferte dei giovani verso altri mondi in cerca di fortuna, mentre le loro famiglie rimangono sradicate e sole in un territorio che merita, invece, di essere abbellito e modernizzato”.