Avezzano. Si riporta il seguente comunicato stampa emesso da Casa delle Donne Marsica e La Diosa Sulmona.
“La capillare presenza sul territorio marsicano ed abruzzese dei centri antiviolenza, già voluta ed attuata da altri virtuosi comuni, tutela le vittime e favorisce il contenimento del fenomeno. La Croce Rossa Italiana, sede di Avezzano, invece, si fa portavoce di un protocollo che esclude le altre associazioni del settore, depotenziando il servizio offerto, a scapito dei cittadini.
Si apprende per mero caso dai media – MarsicaLive – che è ormai prossima la presentazione un Protocollo che il Ministero (delle politiche sociali ?) avrebbe siglato con la Croce Rossa Italiana e che questa, promotrice dell’iniziativa a livello locale, avrebbe coinvolto tutte le istituzioni quali il Comune di Avezzano, la ASL, il Tribunale per i Minorenni, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avezzano ed altri soggetti pubblici.
Interpellati detti enti al fine di conoscere dettagliatamente il contenuto del protocollo, hanno per lo più risposto di non averlo ancora ricevuto o di non averlo letto, nonostante la sua programmata presentazione ufficiale, fissata per dopodomani, giovedì 30 maggio,
presso la sala Consiliare del Comune di Avezzano. A questo punto, visti gli alti intenti dell’iniziativa, come riportata su Marsica News, ci si domanda come mai vuole farsi rete escludendo sin da subito quegli altri Centri Anti Violenza – capaci, formati ed accreditati – che già da tempo operano sul territorio offrendo accoglienza alle donne, vittime di violenza, con supporto psicologico, morale, materiale, legale e quant’altro.
Nell’articolo richiamato, la Professoressa Letta parla di studio, revisione approfondita e meditata del richiamato protocollo di cui alcuni firmatari non conoscono neppure la bozza! E certo non può condividersi quella metodologia che premia la CRI in quanto ente
nazionale con personalità giuridica con esclusione di altri soggetti privati, ancorché noti e riconosciuti, parimenti qualificati, presenti sul territorio e che, però, non godono delle garanzie riconosciute alla CRI, già ente pubblico con un glorioso passato!
Le istituzioni interessate operano a livello regionale e come tali è opportuno che si relazionino con tutte le associazioni del settore, anche per fare fronte comune ed arginare quanto più possibile il fenomeno sempre più emergente della violenza. Solo una vera rete
di contatti e pluripresenza sul territorio rende possibile il contenimento del reato, la tutela delle persone offese ed un più attento controllo del territorio da parte delle Forze dell’Ordine, e ciò si realizza attraverso il potenziamento delle strutture già esistenti e non
con il loro oscuramento. Ben venga dunque un protocollo che potenzi il servizio, che si apra cioè al coinvolgimento di tutti gli operatori antiviolenza, presenti e futuri, che li coordini e, semmai, ottimizzi e migliori gli strumenti di difesa e tutela, realizzando cioè quella importante rete, tanto reclamizzata, ma ad oggi aperta a pochi.
Vorrete pertanto sospendere la cerimonia di presentazione del protocollo, programmata per giovedì 30 maggio, e ciò, innanzitutto, al fine di meglio informare i soggetti già interessati e coinvolgere gli esclusi – almeno quelli che oggi sottoscrivono questo atto – sull’esatto contenuto del documento e procedere così alla sua più attenta condivisione ed effettiva attuazione di quella rete sinergica che si intende creare.
Confidando nell’apprezzamento della presente motivata istanza, frutto di quel senso civico e solidale che connota gli operatori antiviolenza a tutela non solo della dignità del loro lavoro, ma anche della garanzia di qualità del servizio reso ai cittadini su un tema ancora tanto sommerso e difficile da contenere, si attende pronto riscontro.
Si vorrà scusare l’imprecisione dei dati riportati, ma, ad oggi, altro non c’è dato sapere”.