Avezzano. Otto Campos Quintero è stato un uomo molto influente nel panorama politico venezuelano, ma dopo la salita al potere di Hugo Chavez e del suo successore Nicolas Maduro, a malincuore ha deciso di abbandonare il suo paese e ritirarsi, da esiliato, in Italia.
Nato in un piccolo borgo molto distante da Caracas, Campos in Venezuela ha ricoperto incarichi di altissimo prestigio: con una brillante carriera politica alle spalle è un ex diplomatico della Fao ed è stato sottosegretario generale del consiglio nazionale elettorale del Venezuela. Da avvocato ha ricoperto l’incarico di presidente dell’ordine degli avvocati di Caracas, come giornalista ha all’attivo numerosi articoli su argomenti sociali, politici ed economici pubblicati su riviste, giornali e blog venezuelani, mentre come scrittore ha pubblicato “In difesa di un martire” un libro che per la prima volta nella storia ha fatto conoscere al grande pubblico l’incredibile storia di monsignor Salvador Montes De Oca, il vescovo di Valencia, ucciso in Italia dalle SS tedesche nella strage di Farneta (Lucca) nel settembre del 1944, su cui oggi il Vaticano ha finalmente aperto un percorso di beatificazione.
Gli anni cinquanta erano i tempi in cui il Venezuela era un paese ricco e in forte crescita economica, che aveva bisogno di accogliere numerosi immigrati, tanti dei quali italiani, come Ornella Proia, che dopo essere emigrata in Venezuela in cerca di lavoro, lì trovò anche l’amore di Campos. Oltre ai numerosi incarichi Campos venne eletto anche presidente del Melia Caribe di Caracas, la prestigiosa e celebre catena di hotel di lusso, presente nelle più importanti località turistiche del mondo.
Nessuno però poteva immaginare che nel 1998, dopo l’ascesa al potere di Hugo Chavez, anche la vita di Campos non sarebbe stata più la stessa. L’avvocato venezuelano si oppose subito al nuovo presidente del Venezuela, tanto da essere etichettato come un nemico del regime chavista. Inizia qui l’odissea di Campos, che fortunatamente aveva trovato ospitalità in Italia dai parenti della moglie, mentre in Venezuela tutte le sue proprietà passavano nelle mani dei militari dell’esercito.
Man mano che il regime diventava più rigido Campos ha allentato, a malincuore, i rapporti con la sua terra natìa. I suoi rientri in patria sono diventati sempre più rari, fino a non poter più rientrare nel proprio paese per paura di essere condannato come prigioniero politico. Ma dall’Italia Campos fa ancora sentire la sua voce, attraverso radio e giornali venezuelane e non, che pubblicano ancora le sue interviste. Nel frattempo ha anche fondato l’Alleanza Solidaria Democratica, una onlus che aiuta i rifugiati venezuelani in fuga dal paese.
Oggi, dopo la comparsa sulla scena del giovane Guaidò e con il paese sull’orlo della guerra civile, nessuno meglio di lui potrà spiegarci la situazione venezuelana, e lo farà giovedì 6 giugno alle ore 17 nelle scuderie di palazzo ducale a Tagliacozzo, insieme a Toni Capuozzo e Barbara Schiavulli, durante il festival della comunicazione di ControSenso.