Avezzano. A distanza di poco più di una settimana dalle elezioni regionali, per Tiziano Genovesi, coordinatore marsicano del partito guidato da Matteo Salvini, è già tempo di bilanci. O, comunque, di una prima analisi.
Risultato storico per la Lega in Abruzzo. Da dove nasce e come ha potuto attecchire in maniera così forte e concreta nella Marsica e in Abruzzo?
Come ha giustamente detto lei il risultato colto alle regionali è storico. Non nasce a caso ma è frutto di un lavoro che ormai da quattro anni viene portato avanti da una classe dirigente che ha creduto nel progetto di Matteo Salvini e che, soprattutto, ha avuto il coraggio di portare in Abruzzo un modello politico nuovo e diverso dagli schemi dei partiti tradizionali. Ha attecchito perché il messaggio politico è un messaggio di concretezza, di vicinanza alle persone e di buon senso. La nostra linea politica rispecchia il nostro leader, quindi preferiamo la politica del fare alla politica delle promesse.
Qualora non dovessero esserci ribaltoni, la Marsica potrà far leva su Simone Angelosante. Sarà sufficiente per far valere i problemi e le criticità del nostro territorio?
Simone Angelosante ha colto un obiettivo importantissimo per lui ma ha l’onere di rappresentare la Marsica e conoscendolo saprà farsi valere per rappresentare gli interessi di questa terra. Ma non sarà solo in questo delicatissimo incarico, perché avrà dalla sua parte il partito e tutta la dirigenza marsicana che lo aiuterà e lo supporterà nell’azione politica e amministrativa.
Con un occhio alla Marsica e uno all’Abruzzo: quanto ci vorrà prima che possa invertirsi la rotta di un andamento non esattamente virtuoso?
Gli ultimi 5 anni sono stati degli anni difficilissimi per l’Abruzzo. D’Alfonso si presentò agli elettori con tanti propositi e idee che avrebbero rivoluzionato la nostra regione ma a distanza di qualche anno è stato costretto a rifugiarsi in senato con una candidatura blindata per via della perdita giornaliera di consensi, frutto di una politica scellerata più vicino ai potentati di turno che alle persone. D’Alfonso doveva unire il mare e la terra ma in un solo mandato di governo ha lasciato solo un deserto arido in Abruzzo, e sarà compito di una nuova giunta e di un nuovo consiglio regionale dover riportare una politica per i territori e per le persone. Per la Lega tutto questo è prioritario, sicuramente i tempi non saranno brevissimi ma una volta insediati andremo ad affrontare tutte le problematiche che ci sono.
Il M5s ne esce ridimensionato, al contrario del centrosinistra che, invece, sembra aver ritrovato vitalità e un leader carismatico. Cosa ti aspetti dai vostri avversari politici?
Il Movimento 5 Stelle ha subito una battuta d’arresto. Questo dimostra che l’azione politica regionale differisce da quella nazionale e solamente con una forte dirigenza locale si può consolidare il consenso che si riscuote a livello nazionale. Ecco perché la Lega sceglie i propri dirigenti in base ai curricula e dopo aver fatto un periodo di militanza e mostrato sul campo di meritare ruoli dirigenziali. Il risultato della sinistra è andato oltre il dato nazionale questo perché Legnini è comunque uomo trasversale che riesce ad aggregare anche un elettorato moderato e soprattutto, mi passi la battuta, hanno dovuto tener lontano dall’Abruzzo Luciano D’Alfonso e tutti gli altri big nazionali cercando di far passare Legnini come un uomo nuovo di estrazione civica.
Questo governo regionale sarà in grado di aprirsi con le regioni circostanti che sono, però, governate da altre classi politiche?
Guardi, un governo regionale a trazione Lega sicuramente sarà un governo aperto con le regioni circostanti. Questo perché siamo sempre stati convinti che vince il gioco di squadra e vince l’unione. Oggi la partita si gioca su un discorso ancora più ampio, ovvero abbiamo la possibilità e l’opportunità della filiera perfetta, siamo organo di governo in comuni importantissimi, siamo forza importante in regione, siamo al governo del paese e dopo le elezioni di maggio riusciremo ad eleggere una pattuglia di eurodeputati con questi presupposti non possiamo fare altro che il bene della regione Abruzzo.