L’Aquila. L’aumento dello 0,33 per cento dell’addizionale Irpef regionale è stato introdotto dal cosiddetto decreto “Salva Italia” del Governo Monti e quindi ha riguardato tutte le Regioni, non soltanto l’Abruzzo. Piuttosto, pur comprendendo le difficoltà di molti corregionali, vorrei far rilevare che la nostra Regione, come riporta oggi il quotidiano economico il Sole 24 Ore, con 62 euro di aumento medio per contribuente è al di sotto della media nazionale che si attesta sui 67 euro”. La puntualizzazione è dell’assessore al Bilancio, Carlo Masci, che intende sgombrare il campo da incertezze sulla questione fiscale. “L’incremento sull’aliquota di base delle addizionali regionali – ha spiegato l’assessore – produrrà entrate che serviranno per finanziare la sanità nazionale e quindi come Regione abbiamo dovuto adeguarci senza poter incidere in alcun modo. Piuttosto, proprio in virtù dei quasi 200 milioni di euro di rate di mutuo che ogni anno siamo chiamati a fronteggiare a causa delle scelte compiute da chi ci ha preceduto e che pesano sui cittadini abruzzesi finendo per irrigidire il bilancio, – ha proseguito – la Giunta Chiodi sta adottando una politica fiscale di risanamento che dapprima ha portato alla certificazione del pareggio di bilancio per il 2010 e che adesso ci sta consentendo di raggiungere lo stesso risultato anche per l’annualità 2011. Circostanza che libererà notevoli risorse da destinare al Bilancio. Infatti, nel 2015 scadranno 42 milioni di euro di mutui dalle cartolarizzazioni della sanità mentre nel 2016 scadranno ulteriori 20 milioni di mutui. Fondi che potranno finalmente essere impiegati per lo sviluppo e per la crescita del territorio”. Secondo Masci, inoltre, “in Abruzzo non è stato possibile applicare l’aliquota variabile sulla base del reddito in quanto si tratta di Regione soggetta al Piano di rientro dal 2007. Su questo fronte non avevamo alternative ? ha proseguito Masci ? in quanto l’1,73 per cento di tassazione complessiva Irpef è frutto della sommatoria tra la base Irpef dello 0,9 per cento, lo 0,50 per cento che l’Abruzzo paga dal 2007 per ripianare il debito e l’incremento dell’ulteriore 0,33 per cento deciso dal decreto Monti. Il vincolo nazionale dello 0,50 per cento – conferma Masci – potrà essere eliminato solo quando ci sarà l’uscita dal Piano di rientro. Peraltro, – conclude – anche Regioni come l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Piemonte e le Marche che non sono soggette al Piano di rientro e che quindi avrebbero potuto diminuire la tassazione, hanno, invece, preferito non farlo”.