Avezzano. Charlotte, Maria Teresa e Vestine al lavoro insieme allo chef Franco Franciosi per trovare la ricetta perfetta per il pane destinato ai bambini del Ruanda. In Africa non si mangia tre volte al giorno come nella maggior parte dei paesi occidentali. Spesso si consuma un unico pasto, poco nutriente e privo di quell’apporto calorico necessario per vivere adeguatamente. Le laiche consacrate dell’opera Madonnina del Grappa lo costatano tutti i giorni con i loro occhi e per questo, grazie all’aiuto del vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro, loro assistente generale e padre spirituale, sono arrivate ad Avezzano e hanno imparato a fare il pane con lo chef Franciosi.
Le porte della cucina dell’osteria contemporanea Mammaròssa si sono aperte in questi giorni solo per le tre religiose. Franciosi, che gestisce il locale con la sorella Daniela, si è dedicato esclusivamente a loro per capire come meglio dosare gli ingredienti e unirli alle farine del Ruanda e della Tanzania.
“Mi capita spesso di confrontarmi con il vescovo Santoro e di recente abbiamo parlato di questa missione in Ruanda”, ha raccontato lo chef Franciosi, “quando mi ha proposto di fare un corso a queste tre ragazze ho dato subito la mia disponibilità. L’idea di aiutare chi ha visto solo fame, guerra e distruzione mi ha emozionato. Queste tre donne hanno portato la loro farina e insieme abbiamo trovato la migliore ricetta per preparare un pane da offrire ai bambini che frequentano la missione, con tutta probabilità sarà il loro unico pasto della giornata”.
Lo chef Franciosi e Charlotte, Maria Teresa e Vestine hanno utilizzato le farine portate appositamente dall’Africa e hanno cercato di capire come meglio renderlo buono e soffice. L’intento delle tre è quello di poterlo preparare quotidianamente in modo tale da assicurare ai piccoli almeno un pezzo di pane al termine delle lezioni. “Essendo le farine antiche all’interno della nostra filosofia il pane che abbiamo preparato era perfetto, sembrava quello nostro di almeno 50 anni fa”, ha continuato Franciosi, “loro erano contentissime e quando hanno visto la pizza che abbiamo realizzato sono letteralmente impazzite. Per me è stata una bellissima esperienza e sto valutando l’idea di andare personalmente in Ruanda nella loro missione”.