Non poteva essere visto attraverso il parabrezza Moreno Mariani (49), il commerciante di Castellafiume travolto dopo una lite alla fine di agosto da un tir guidato da un romeno. Il conducente, però, prima di travolgerlo mortalmente, poteva vederlo in modo chiaro dallo specchietto frontale del camion. E’ quanto stabilito dal perito in una dettagliata relazione. «La perizia», afferma il difensore della famiglia di Mariani, «dimostra che il camionista aveva la possibilità di vedere la vittima sdraiata a terra». «Terminata la fase del litigio», si legge nella relazione, «quando il Mariani si era poi sdraiato trasversalmente davanti al trattore stradale alla distanza di circa 1.4-1.8 metri dallo stesso, Benjamin Bogdan non lo poteva vedere attraverso il parabrezza. Aveva però la possibilità di intravederlo, almeno parzialmente, guardando nello specchietto frontale». Al riguardo è stato allegato anche uno schizzo dei tecnici. Il Perito, poi, attenendosi ai quesiti posti dal Gip, fa ulteriori esperimenti a distanze differenti e conclude che a un metro e mezzo, «attraverso lo specchietto frontale la persona è parzialmente visibile», e che a due metri e mezzo «nello specchietto frontale la persona è quasi completamente visibile». Secondo la difesa, quindi, se anche il corpo fosse stato a tre metri, era comunque visibile la scarpa destra. Dalle motivazioni della Cassazione si evince che i giudici non hanno il compito di entrare nel merito. Tutto dovrà essere deciso al processo. «Gli elementi probatori usati dal pm», spiegano, «a sostegno della ricostruzione dei fatti alternativa a quella dettagliatamente esposta dal tribunale del Riesame, non assumono il detto carattere della decisività con riguardo, in particolare, all’elemento psicologico del reato». La Cassazione ha quindi dichiarato l’inammissibilità del ricorso del Pm contro la decisione di scarcerare il romeno, ma non è entrato nel merito. A ottobre il Pubblico ministero di Bolzano ha richiesto l’incidente probatorio. L’accusa continua a sostenere l’ipotesi dell’omicidio volontario. La perizia era anche finalizzata a finalizzata ad accertare se il radiatore del camion è stato rotto all’impatto avvenuto precedentemente alla stazione di servizio, dove c’è stata la prima lite, oppure se è stato danneggiato durante l’investimento al casello di Vipiteno.