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Caro pedaggi A24 – A25, tuonano le associazioni: ecco come evitare questo disastro ormai annunciato

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
14 Dicembre 2018
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L’Aquila. Mancano poco meno di venti giorni alla fine dell’anno e come ogni fine d’anno, ma questa volta con maggiore preoccupazione, torna drammaticamente alla luce la discussione inerente l’insostenibilità degli aumenti tariffari delle autostrade. Tema oramai al centro di un lungo percorso rivendicativo da parte delle organizzazioni sindacali unitamente alle associazioni di categoria, ai sindaci e agli amministratori di Abruzzo e Lazio.

Quest’anno però l’impatto del caro pedaggi potrebbe essere particolarmente pesante vista la concreta possibilità del riattivarsi delle tariffe 2018 sterilizzate lo scorso ottobre in aggiunta all’applicazione dell’aumento 2019.

Ad 850 hpa la situazione appare questa per le ore 13:00 d Mercoledì 12. Sulla Marsica il cielo si presenterà poco nuvoloso e con la possibilità di nebbie sul Fucino al mattino

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“Abbiamo aderito convintamente alla manifestazione di ieri di Roma”, afferma in una nota Domenico Fontana, segretario generale della Filt- Cgil L’Aquila Teramo, “avendo contezza della materia del contendere. Sappiamo bene che la strada maestra per la risoluzione definitiva del problema sarebbe quella dell’approvazione del nuovo Piano Economico Finanziario, in discussione oramai da anni tra la Concessionaria ed il Ministero. Strada però che difficilmente troverà soluzione in questo scorcio di anno. E strada che non può vedere le Regioni Abruzzo e Lazio e le comunità locali come meri destinatari di quanto decideranno Ministro e Concessionaria. Ed allora? Ed allora vanno cercate soluzioni alternative al fine di evitare il salasso annunciato per i cittadini abruzzesi e delle aree interne in particolare”.

“La polemica e le scaramucce oramai quotidiane”, continua Fontana, “tra Concessionaria e Ministero poco risolvono se non il mantenimento delle relative posizioni. Certo l’infrastruttura va immediatamente messa in sicurezza, ne va della possibilità di vivere lavorare nei nostri territori e dello sviluppo delle nostre aree interne. Per farlo ovviamente il nuovo PEF è lo strumento. E però oltre alla sicurezza il tema è anche la sostenibilità delle tariffe, che in mancanza di soluzioni percorribili dal prossimo primo gennaio rischiano di lievitare di una misura vicina al 20%. Bisogna quindi trovare soluzioni. Magari tampone e temporanee, per dar modo di approvare un PEF equilibrato e sostenibile nei tempi necessari, ma una soluzione immediata e possibile”.

“Ed allora perché non verificare”, tuona la Filt – Cgil, “la fattibilità di utilizzare intanto la rata annua dovuta dalla Concessionaria al Concedente ai sensi della Convenzione Unica per evitare il salasso annunciato? D’altronde il nuovo PEF in discussione tra le parti prevede una quota consistente di intervento pubblico per realizzare la messa in sicurezza dell’infrastruttura, ed allora si verifichi come, mediante queste “partite di giro” tra il dare e l’avere, si possano mitigare gli effetti sugli utenti delle autostrade A24 ed A25 , di aumenti tariffari prodotti da  un contorto e contestato meccanismo di legge che, fino a quando non cambierà, produce i suoi effetti”.

“Questa a nostro giudizio”, conclude, “sarebbe la risposta immediata e possibile al fine di evitare il disastro annunciato. Disastro che l’Abruzzo tutto non può tollerare ed in particolare le province di L’Aquila e Teramo prive di collegamenti alternativi con la Capitale, possono sopportare. Una soluzione si rende necessaria anche per chi non viene mai citato ossia per i lavoratori di Strada Dei Parchi, i primi destinatari dell’ira dei cittadini esasperati per gli aumenti ed i primi che si eviterebbero volentieri l’essere additati quali esattori di un insostenibile balzello”.

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