Ci sono delle volte che, per assurdo, mi ritrovo a pensare a quanto sia controproducente per noi marsicani aver avuto una storia tanto gloriosa.
Purtroppo, e mi dispiace dover usare questo termine, la nostra storia è troppo ingombrante. Quando inizi a raccontare a qualcuno che sul nostro ex lago del Fucino si è disputata la più grande naumachia della storia, l’unica in cui venne usata la celebre frase “ave caesar morituri te salutant”, quando gli racconti che il prosciugamento del Fucino rappresenta la più grande opera idraulica dell’antichità, quando racconti che per quasi duemila anni l’emissario Claudiano è stato il più lungo tunnel sotterraneo della storia, che nel Fucino si raccontasse la storia del mostro del lago duemila anni prima di quello di Lochness, che la nostra terra ha subito il secondo terremoto della storia d’Italia, quando racconti che Telespazio, il primo e più importante centro spaziale civile al mondo, è stato messo qui per la strategica conformazione della nostra conca e che da qui passarono le immagini dell’allunaggio che fecero il giro del mondo, quando racconti che la galleria elicoidale di Capistrello è un’opera di ingegneria ferroviaria più unica che rara, quando racconti che il castello di Ortucchio, situato sulla sua isola e con la particolarissima darsena interna era uno dei più singolari al mondo, quando racconti che Alba Fucens era sede della più grande colonia militare della Roma repubblicana, quando racconti che qui vicino, grazie ai Marsi, venne coniata per la prima volta la parola “Italia”, quando racconti che i pretoriani, le guardie private dell’imperatore, venivano scelti tra gli ex guerrieri Marsi, quando racconti che che i Marsi furono i più valorosi alleati di Roma…nessuno ci crede mai.
Ti guardano tutti con quell’aria interrogativa che dice “Questo mi sta raccontando queste cose, esagerandole pure un po’, solo perché è un fanatico della sua terra”. E io, che ho omesso tante altre notizie non meno incredibili proprio per non dare quell’impressione, ne resto gravemente amareggiato. Per fortuna però che la storia, quella con la “esse” maiuscola, lo racconta ancora per noi, anche a distanza di duemila anni. Francesco Proia