Avezzano. L’indirizzo che Papa Francesco ha voluto apporre a questa Giornata è chiaramente espresso dalle parole del Salmo 37, che ha ispirato il suo Messaggio per la Giornata mondiale dei Poveri 2018. “Questo povero grida e il Signore lo ascolta”. Il contenuto del messaggio si sviluppa intorno a tre verbi: “gridare”, “rispondere” e “liberare”. Per ognuno di questi tre, Papa Francesco elabora una breve sintesi esistenziale che provoca a riflettere.
Anzitutto, − si domanda, − “come mai questo grido, che sale fino al cospetto di Dio, non riesce ad arrivare alle nostre orecchie e ci lascia indifferenti e impassibili?”. Il Papa risponde positivamente affermando che: “È il silenzio dell’ascolto ciò di cui abbiamo bisogno per riconoscere la loro voce. Se parliamo troppo noi, non riusciremo ad ascoltare loro.
Spesso, ho timore che tante iniziative pur meritevoli e necessarie, siano rivolte più a compiacere noi stessi che a recepire davvero il grido del povero. In tal caso, nel momento in cui i poveri fanno udire il loro grido, la reazione non è coerente, non è in grado di entrare in sintonia con la loro condizione.
Si è talmente intrappolati in una cultura che obbliga a guardarsi allo specchio e ad accudire oltremisura se stessi, da ritenere che un gesto di altruismo possa bastare a rendere soddisfatti, senza lasciarsi compromettere direttamente.”
Il Papa afferma, inoltre, che la povertà “non è cercata, ma creata dall’egoismo, dalla superbia, dall’avidità e dall’ingiustizia. Mali antichi quanto l’uomo, ma pur sempre peccati che coinvolgono tanti innocenti, portando a conseguenze sociali drammatiche”.
Prendendo come icona il racconto del cieco Bartimeo (cf. Mc 10,46-52), Papa Francesco attesta nel Messaggio che tanti poveri si sono identificati in questo povero ai margini della strada, che molti volevano zittire. Anche oggi, sostiene il Papa, “le voci che si sentono sono quelle del rimprovero e dell’invito a tacere e a subire”.
Per questo il richiamo di Papa Francesco è forte e lapidario: “Sono voci stonate, spesso determinate da una fobia per i poveri, considerati non solo come persone indigenti, ma anche come gente portatrice di insicurezza, instabilità, disorientamento dalle abitudini quotidiane e, pertanto, da respingere e tenere lontani.”
La risposta dei credenti, pertanto, ha bisogno di essere coerente e deve sapere che un comportamento contrario, non solo rende indifferenti nei confronti dei poveri, ma paradossalmente allontana da Dio che sta loro vicino.
Da ultimo, il Papa mette in guardia dal “giocare per avere il primato di intervento”. Chiede, anzitutto ai cristiani di comprendere “quanto sia distante il nostro modo di vivere da quello del mondo, che loda, insegue e imita coloro che hanno potere e ricchezza, mentre emargina i poveri e li considera uno scarto e una vergogna”.
Al contrario, i discepoli di Cristo “sono chiamati a rendere loro onore, a dare loro la precedenza, convinti che sono una presenza reale di Gesù in mezzo a noi”. Questa è una veritiera opera di liberazione, perché aiuta a creare le condizioni necessarie per rispettare la dignità delle persone più deboli.
La Chiesa con questa Giornata intende ribadire la sollecitudine della comunità cristiana verso quanti vivono ai margini della società a causa della loro condizione di povertà. Acquisisce così solidità la tradizione fortemente voluta da Papa Francesco nel 2016 di avere una Giornata Mondiale dedicata ai Poveri.
In piena aderenza a questo magistero, la premura del Santo Padre e della Chiesa vuole essere una chiamata per la comunità cristiana all’ascolto che si trasforma poi in intervento, in azione concreta, per affermare a voce alta il rifiuto dell’indifferenza e dell’impassibilità che attanagliano questo periodo storico più di altri. È un invito all’incontro con le diverse forme di sofferenza ed emarginazione in cui vivono tanti uomini e donne che siamo abituati a disegnare con il termine di “poveri”.
Di fronte a questa multiforme sofferenza e a questo grido di aiuto si impone la prima clamorosa verità su cui questo Messaggio si fonda: il Signore ascolta! La speranza di un Dio che ascolta viene proclamata per quanti a loro volta cercano l’abbraccio del Padre. Nessuno, dunque, può sentirsi escluso dall’amore di Dio; specialmente in un mondo che eleva spesso la ricchezza a primo obiettivo e rende chiusi in se stessi.
Non è vano quindi il grido del povero. Non solo, questa dimensione relazionale di grido-ascolto ricorda come ogni iniziativa di aiuto e assistenza debba essere inquadrata in questa prospettiva di incontro con l’altro e non, invece, nel circuito chiuso dell’autocompiacimento delle coscienze.
Papa Francesco con le parole del Salmo, infine, consegna un messaggio di grande speranza, introducendo un’espressione di enorme impatto: «Ho cercato il Signore: mi ha risposto». È disarmante la semplicità con cui è espresso l’esito di questa ricerca. Il Signore, dunque, risponde! Per chi è nell’indigenza, questa certezza illumina una notte spesso sconfinata, che non conosce l’alba.