Avezzano. Grande successo ed entusiasmo ieri sera al Teatro dei Marsi per lo spettacolo “Il giardino dei ciliegi -Trent’anni di felicità in comodato d’uso“, prodotto dalla Fondazione Emilia Romagna Teatro. Tratto dall’opera – dramma di Čechov, lo spettacolo riporta nel mondo attuale una storia così lontana nel tempo e nello spazio da quella di Gaev e Ljuba, eppure simile nella sua essenza: l’autore russo immagina che in un anno non definito di fine ‘800 il giardino dei ciliegi di Gaev e Ljuba, proprietari terrieri, vada all’asta per debiti insieme alla loro casa. Ad acquistarlo è Lopachin, ex servo della gleba che si è arricchito alla fine della schiavitù e rappresentante della borghesia in ascesa. Accade che un secolo dopo i giardini di ciliegi esistano ancora e vadano perdendosi proprio come allora.
Trent’anni di vita passati insieme, dove Giovanni fa il catturatore di piccioni, mentre sua moglie Annalisa è quella che gli regge mente e mani. Vivono da 30 anni in questa casa nella zona periferica di Bologna, casa che il Comune gli ha concesso in comodato d’uso gratuito.
Nel 2015, proprio di fronte al giardino dei due coniugi sta per aprire FICO, la Fabbrica Italiana Contadina, un parco a tema che per tema ha l’alimentazione, quella da conservare in luogo fresco e asciutto, luogo in cui il nome degli arbusti viene curatamente esposto su un cartellino, perché si sappia che l’ordine è alleato di conoscenza e memoria. In concomitanza con l’imminente apertura di FICO, Giuliano e Annalisa Bianchi ricevono un avviso di sfratto, la Capo Area Benessere di Comunità – eufemistica nomenclatura dell’Istituzione bolognese per indicare il dipartimento delle politiche sociali – da mandato al Corpo di Polizia Municipale di procedere coattivamente alla liberazione dell’immobile da persone e cose.
Nicola Borghesi, giovane rivelazione del teatro italiano, nonché fondatore della compagnia Kepler – 452, composta dallo stesso attore, Enrico Baraldi e Paola Aiello, lavora incrociando i temi del nostro tempo con le storie di persone comuni, portandole sul palco insieme agli stessi protagonisti che le hanno vissute.
l giardino di ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso è uno spettacolo che si basa sulla verità e la racconta, a cominciare da quando Annalisa e Giuliano Bianchi, i due bolognesi immaginari ma realmente esistenti, incontrano una compagnia teatrale che gli presenta Čechov perché scoprano che qualcuno ha scritto la loro storia prima che esistessero.
“Abbiamo preso il giardino dei ciliegi per interrogarci su che cosa significa perdere un luogo dell’anima per ragioni economiche”, queste le parole di Nicola Borghesi, regista dello spettacolo. “L’indagine che abbiamo condotto sugli sgomberi a Bologna ci ha subito posti di fronte a un conflitto di natura filosofica, ossia quello tra illuminismo e magia”, continua il regista, “e cioè come le regole del vivere insieme impattano sull’individuo e sulla sua irriducibilità”.
Magistrale l’interpretazione degli attori, da Annalisa e Giuliano Bianchi, a Paola Aiello e Nicola Borghesi fino ad arrivare a Lodovico Guenzi, cantante de “Lo Stato Sociale” e neo-giudice del talent Sky X-Factor.
Ma quello che più colpisce dello spettacolo, oltre al coinvolgimento emotivo (e fisico) con il pubblico, è il raccontarsi degli stessi attori. Loro stessi raccontano la propria vita sul palco, pur essendo nella storia di altri due. Un intreccio di storie che rendono il testo di Čechov sempre più contemporaneo e vicino ai nostri giorni. La bravissima Paola Aiello è una cornice di ricordi di tutti noi, che non potrebbe essere altro da se stessa. Il regista e attore Borghesi parla di vita, come se i fili dell’esistenza ce li avesse tra le mani ma non sa come muoverli e tenerli. Lodo Guenzi, il cantante, è sul palco quello talmente famoso che ha scritto “una di quelle canzoni che mettono a FICO nei centri commerciali, quasi sempre”.
( photo: Simona Cataldi )