Avezzano. Il passato di Avezzano è tornato alla luce, pochi giorni fa, durante i lavori di realizzazione di un breve tratto di metanodotto nell’area industriale della città. L’attivazione della procedura dell’archeologia preventiva (art. 25 del D. Lgs. 50/2016) ha assicurato la presenza di un archeologo durante lo scavo, consentendo il ritrovamento di un gruppo di tombe del VII sec. a.C., scavate nel limo sabbioso del lago.
Di alcune sono stati recuperati pochi resti, mentre due hanno restituito sia gli inumati che gli oggetti di corredo: una testa di mazza e una fibula in ferro. Le tombe possono essere collegate a un abitato del medesimo periodo scavato pochi anni fa nelle vicinanze; all’interno di fosse si rinvennero vasi in impasto di varie forme, utilizzati per le attività quotidiane della comunità.
L’importante ritrovamento consente di ricostruire le fasi più antiche dell’area dell’attuale Avezzano, nella quale piccoli abitati sparsi occupavano le sponde del lago Fucino. L’intervento, condotto in uno spazio ristretto, ha conciliato le differenti esigenze proprie degli interventi di archeologia preventiva; lo scavo ha infatti consentito sia il recupero dei resti emersi che la posa in opera della tubazione lunga, nel tratto interessato, 150 metri senza soluzione di continuità.