Canistro. “Occorre trovare una soluzione urgente di concerto con Asl e Regione, altrimenti i dipendenti della clinica privata Ini di Canistro resteranno senza stipendio fino a settembre”. A lanciare l’allarme è Giuseppe Capoccitti, responsabile Cisl sanità nella Marsica. Il sindacalista fa appello ad Asl provinciale dell’Aquila e Regione affinché si trovi una soluzione rapida per concedere l’accreditamento alla struttura privata, i cui vertici hanno comunicato nelle scorse settimane alle organizzazioni sindacali il blocco degli stipendi proprio per la mancanza di liquidità causata dai pagamenti delle prestazioni fermi proprio l’accreditamento non ufficializzato. I sindacati chiedono per questo un incontro urgente con l’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci.
Alla divisione di Canistro che fa parte del gruppo nazionale Ini di proprietà della famiglia Faroni, lavorano circa 150 persone. La Ini, in funzione dal 1988, dal primo gennaio di quest’anno, opera come struttura “mono-specialistica” in ortopedia e traumatologia, con 30 posti letto privati accreditati su un totale di 110, ottemperando a quanto previsto dal decreto ministeriale che prende il nome dall’ex ministro Lorenzin, pur mantenendo in regime privato le sue storiche specialità di eccellenza, come l’urologia e la medicina riabilitativa. Gli stipendi sono bloccati da giugno su decisione della proprietà a seguito della sospensione dei pagamenti da parte della Asl delle prestazioni sanitarie regolarmente erogate dalla struttura per via della mancata approvazione della procedura di accreditamento. “Questioni burocratiche che rallentano la pratica di riconversione e che devono essere necessariamente velocizzate”, spiega ancora Capoccitti, “i problemi sono nati al momento della riconversione. Da febbraio, infatti, la società è stata costretta a fronteggiare i costi generali della struttura, i costi dei dipendenti e le risorse aggiuntive”.