Avezzano. La notizia di ieri mi ha turbato non poco. Conobbi Luigi Lolli parecchi anni fa, ma non mi aveva mai raccontato nulla di lui e della sua storia di emigrante in Venezuela. Poi un giorno, in cui era in vena, mi raccontò la sua incredibile storia.
Luigi, classe 1925, da giovane era andato a cercare fortuna in sud america, più precisamente in Venezuela. Era un giovane alto e forte e, grazie a queste caratteristiche, trovò lavoro come atleta di catch, l’antenato di quello che oggi noi conosciamo come wrestling. I racconti di Luigi mi lasciavano ogni volta senza fiato: mi raccontava di come esponesse il suo corpo ad un durissimo allenamento fisico, delle diete, delle tecniche che imparava per riuscire a cadere da diversi metri di altezza riducendo al minimo le problematiche della caduta, ma anche di come il risultato di alcune gare fosse in mano alla malavita organizzata, che assoldava questo o quel campione, pur di non dover pagare un enorme monte scommesse. Un giorno, a riprova di quello che mi aveva raccontato, mi portò delle bellissime locandine, che io ebbi la lungimiranza di fotocopiare. Si tratta di quei manifestini che alcuni bar di Caracas esponevano fuori la porta, per avvisare gli appassionati di catch degli incontri in programma. Fu emozionante leggere i nomi dei protagonisti, che come gli odierni eroi del wrestling, usavano degli pseudonimi: el tigre, el canibal, barba roja, Hercules, ma ancora più emozionante fu leggere il soprannome di Luigi, da tutti conosciuto come Gino Lolly, la maravilla italiana, ovvero la meraviglia italiana. Da allora, ogni volta che ho incontrato Gino, discorrevamo dei tempi in cui lui era un grande campione di catch (ma anche di tanti altri episodi della sua vita, che però preferisco mantenere privati) spesso parlando in spagnolo, che io ho imparato proprio da un mio caro zio venezuelano. Oggi, che Luigi non c’è più, ho sentito la necessità e il dovere di ricordarlo, a mio modo, soprattutto per non far cadere nel dimenticatoio il nome del mio amico Gino Lolly, la maravilla italiana. Hasta luego Luigi, nos vemos en el cielo por tomar juntos un buen palito. Francesco Proia