Pescina. Viene fermato dai carabinieri alla stazione mentre stava andando a Scafa a uccidere moglie e figlia con un martello, arrestato. Finito in cella, però, viene scarcerato dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, ma è costretto a rimanere in stato di reclusione perché non ci sono braccialetti disponibili. Ora chiede giustizia e il suo avvocato ha già presentato un’istanza per ingiusta detenzione e chiesto una modifica del provvedimento al giudice del tribunale di Avezzano. E’ una storia surreale quella capitata a un commerciante, finito in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia a seguito di una denuncia della figlia. Una serie di eventi che si sono accavallati e che lo hanno fatto finire nella casa circondariale di Avezzano per quasi una settimana, nonostante l’ok del giudice a tornare a casa.
L’odissea è cominciata venerdì quando il commerciante viene fermato dai carabinieri alla stazione di Pescina in possesso di un martello pronto a salire sul treno diretto a Pescara. A quel punto la storia si fa confusa e gli eventi si sovrappongono. Lui avrebbe riferito che con quel martello doveva uccidere moglie e figlia. Non la pensa così il difensore dell’uomo, l’avvocato Valentina Calvarese, che ha contestato l’arresto poiché non sarebbe avvenuto in flagranza di reato. Per il sambenedettese, infatti, l’accusa è di maltrattamenti in famiglia. Di certo c’è, però, che il commerciante è stato arrestato e rinchiuso nella casa circondariale di Avezzano.
Dopo tre giorni di carcere riesce però a ottenere nel corso dell’udienza di convalida gli arresti domiciliari con un’ordinanza del giudice Maria Proia. Arresti condizionati all’applicazione del braccialetto elettronico. Si scopre però che il braccialetto non è disponibile. L’accusato, così, si ritrova indagato in carcere con i domiciliari e con l’obbligo di un braccialetto elettronico che non c’è. Ci sarebbero troppi arrestati che lo portano e quindi non ce ne sono per il commerciante. E’ costretto così a restare in carcere anche nei giorni successivi. Al riguardo, è stata presentata dal legale del marsicano una istanza di modifica del provvedimento cautelare al giudice per le indagini preliminari e una richiesta di riesame al tribunale della libertà. Nel frattempo il detenuto resta in carcere nella speranza che arrivi un braccialetto.