Avezzano. “Lo scorso 30 maggio presso la sala R.S.U., si è svolta la riunione tra azienda e sindacati, avente per oggetto L’organizzazione del lavoro con particolare riferimento al turno 2+3 a 12h con 13 rientri da proporre come alternativa all’attuale 4+4+3+5 sempre a 12h”. E’ quanto dichiarato in una nota da RSU FIM-CISL LFoundry e Segreteria Territoriale sulla vidcenda dei turni di lavoro alla LFoundry. “Dopo la lettura dell’ultima bozza, precedentemente rivista, corretta e, naturalmente, ancora modificabile, la delegazione della FIM, presente con la relativa R.S.U., Luca Centi Pizzutilli e Arianna Stati, nonché il segretario territoriale, Antonello Tangredi, ha chiarito da subito che, così come presentato, il documento, non sarebbe stato condiviso, se non avesse contenuto le proposte/richieste, della FIM stessa, in quanto: il numero massimo iniziale di 20/25 dipendenti, così come ri-proposto dall’azienda era decisamente basso, rispetto alle aspettative originarie di quasi tutto il sindacato e, alle necessità reali dei lavoratori, non c’è alcuna certezza rispetto all’accrescimento numerico della platea coinvolta nei periodi successivi, così come concepito, il campione che parteciperà alla sperimentazione non è rappresentativo dell’attuale composizione della clean room, il personale tecnico ed ingegneristico non verrà coinvolto in questa fase e, dire che se ne parlerà dopo, è decisamente troppo generico, senza certezze e, soprattutto, discriminatorio, non ci piaceva che, l’azienda potesse sospendere in maniera unilaterale, la proponenda, organizzazione turnistica, in qualsiasi momento”, continuano le sigle sindacali .
“Al temine di un dibattito serrato che, si pensava fosse costruttivo, anche con le naturali divergenze, emerse per motivazione che, alla fine, di sindacale, hanno ben poco, la R.S.U. FIM che, certamente non si fa prendere in giro da nessuno, si è allontanata dalla riunione (l’azienda era assente) e, dopo un lungo confronto con la propria Segreteria, nel pomeriggio, hanno chiesto di riaprire la discussione, dopo la riunione del direttivo FIM che si sarebbe tenuta il 4 giugno. In serata”, continua la nota, “si è appreso, tramite i social che, era stato firmato un verbale di riunione (con solo un terzo dei componenti la R.S.U.), salvo poi, scoprire dalla stampa, con comunicato ufficiale di Alessandro Albertini (Dir.ne Relazioni sindacali e industriali), che era stato sottoscritto un accordo vero e, successivamente il sindacato ha convocato le assemblee: roba da non credere!
Pertanto, RI-premesso che, la FIM, da sempre è favorevole al turno 2+3, ovvero, alla ridiscussione presso il Ministero del Lavoro, di tutto l’impianto dei turni di 12 ore, si adopererà, anche attraverso proprie assemblee, affinché, i dipendenti, facciano pervenire un elevato numero di adesione a questo turno: vedremo, poi, come i sindacati firmatari e l’azienda, attribuiranno priorità e creeranno discriminazioni. Infine, come si può pensare che un accordo fatto di “se”, di “ma” e qualche forse, possa essere davvero esigibile? Si chiede, dunque, con forza, ai protagonisti delle relazioni industriali”, concludono, “un maggiore sforzo, perché, anche molti dipendenti “giovani” ma, con ormai, tanti anni di clean room sulle spalle, aspettano delle risposte strutturali che, certamente, farebbero bene a tutta la fabbrica. Davvero un’ultima riflessione: perché tanta fretta di chiudere un accordo senza la FIM, quando l’esigibilità, ferma restante la pericolosa criticità societaria e produttiva, se l’accordo entrerà in vigore ad ottobre 2018? Aspettare una settimana, non avrebbe cambiato i destini della fabbrica ma, una cosa, ancora una volta, si è palesata: la FIM è scomoda e fa paura la sua compattezza e coerenza al tavolo della trattativa”.