Avezzano. E’ bruciato senza nessun motivo apparente. Si tratta del muletto di Gianfranco Scipioni, l’imprenditore marsicano indagato per la vicenda delle piantagioni di marijuana ad Avezzano e coinvolto nell’inchiesta che ha portato a otto misure cautelare che coinvolge anche esponenti della camorra.
L’incendio è avvenuto nel Fucino. Il mezzo agricolo è stato trovato in fiamme davanti a un capannone di sua proprietà nel Fucino. Un episodio inquietante proprio per il coinvolgimento della camorra nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. L’incendio del muletto potrebbe essere di natura dolosa.
L’inchiesta, ha coinvolto 12 persone oltre a Scipioni e i figli della compagna arrestati nel 2016. Nei giorni scorsi invece sono stati otto gli arrestati, tra cui anche la moglie di Scipioni Anna Scotto Di Gregorio residente a Luco. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Soldi dalla camorra per pagare gli avvocati sarebbero stati chiesti dalla scotto, moglie di Scipioni, almeno secondo quanto emerso dalle intercettazioni in possesso degli inquirenti, a uno dei boss. Proprio come accade nei sistemi organizzati di mafia.
I boss della camorra coinvolti sono due. Tra gli arrestato anche il boss Antonino Di Lorenzo detto o’ lignammone. Aveva sborsato trentamila euro per avviare la coltivazione di marijuana che avrebbe dovuto fruttare milioni di euro. Aveva collaborato l’altro boss Ciro Gargiulo soprannominato o’ biondo. I due, secondo l’accusa, sono personaggi di spicco di un clan camorristico radicato nei rispettivi paesi di provenienza: Lettere e Casola.
Scipioni era, secondo gli inquirenti, «il braccio sul territorio dei camorristi» ed era riuscito a seminare e coltivare migliaia e migliaia di piantine di marijuana, per un peso di sei tonnellate e per un valore di due milioni di euro. Una quantità di droga sequestrata nel settembre 2016 quando ci fu il suo arresto. Ora è solo indagato. Sempre secondo le accuse, era stato Scipioni a organizzare la piantagione finanziata dai boss. Le piante, coltivate in un terreno di circa un ettaro alle porte di Luco, a Strada 40, erano arrivate a circa tre metri di altezza. I carabinieri avevano trovato e sequestrato oltre sei quintali di marijuana in un campo in mezzo al Fucino, nella zona di Strada 40, oltre ad altri quantitativi di canapa indiana in via di essiccazione in una serra, per un totale di oltre sei tonnellate di droga.