Avezzano. Una lunga lite a distanza tra due lottatori di judo si conclude con una condanna per truffa. Si tratta del “combattimento” virtuale tra il noto istruttore di Judo 4° Dan, Silverio Spurio, avezzanese, e l’aspirante allenatore 1° Dan Mario Ippoliti, di Magliano dei Marsi. La questione riguarda una presunta truffa perpetrata secondo l’accusa da quest’ultimo ai danni del primo. Il confronto tra i due sportivi, entrambi aderenti alla Federazione nazionale di Judo (Fijlkman), era già stata definita in sede civile e il Tribunale di Avezzano aveva condannato Ippoliti a restituire al maestro Spurio la somma di 620 euro, versata per l’acquisto di tappetini (tatami) e 1.200 euro per la permuta del suo vecchio tatami, nonché altri 500 euro a titolo risarcitorio. Il campione di judo, che in passato è stato vicepresidente del settore Judo Abruzzo della Fijlkam, aveva presentato contro il collega di arti marziali Ippoliti anche querela per il reato di truffa.
Secondo il giudice del Tribunale penale dell’Aquila, Angelo Caporale, Ippoliti si sarebbe qualificato come rappresentante di una ditta, che però negava la collaborazione commerciale, induceva in errore Spurio Silverio, facendosi consegnare 50 tappetini del tipo tatami per la pratica sportiva e l’importo di euro 620 tramite bonifico, quale corrispettivo per la fornitura di nuovo tatami necessario per la sostituzione del vecchio, conseguendo in tal modo un ingiusto vantaggio, pari al valore della merce consegnategli e della somma ricevuta, per 1.820 euro. Ippoliti è stato condannato quindi a 6 mesi di reclusione e a 150 euro di multa, con esclusione delle attenuanti generiche. Spurio era difeso dagli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia. Piena soddisfazione esprimono gli avvocati dell’istruttore che dichiarano di “aver prestato la loro opera in sede civile e penale al fine di veder restituita piena giustizia al loro assistito, cui oltre alle capacità sportive sono unanimemente riconosciute spiccate doti umane, in quanto Silverio Spurio è noto in città per il suo impegno di inclusione sociale anche verso i ragazzi più difficili e, quale responsabile dell’associazione “Diversa bravura”, anche nei riguardi dei diversamente abili, promuovendone autonomia e autostima”.