Avezzano. Sull’aumento dei pedaggi autostradali continua la protesta dei residenti marsicani e abruzzesi. Anche don Aldo Antonelli, sacerdote e leader di Libera, ha voluto dire la sua. “Come dice il proverbio? Si ingoia il rospo e si sputa il moscerino”, ha commentato don Aldo, “mi è tornato in mente nel costatare il diluvio di messaggi stizziti contro le disposizioni sui sacchetti bio e il totale pressoché silenzio (a parte l’aumento dei pedaggi della nostra autostrada dei Parchi che salta al +13% contro la media del +3/5%) sugli aumenti delle bollette della luce. Cui seguiranno, a grappolo, quelli dei trasporti e, di conseguenza, quelli delle merci.
Contro questo depistaggio mediatico, voglio qui ricordare alcuni dati, lasciando alla coscienza di ognuno le logiche deduzioni circa l’incapacità dei politici e della politica stessa a regolare un mercato impazzito. Là dove monopolisti e lobbisti di ogni genere fanno man bassa degli altrui diritti e di un’etica professionale ormai scomparsa. (Prendo i dati da un articolo di Sergio Rizzo comparso su Repubblica del 3 gennaio scorso). Luce: in sei anni (dal 2011) la bolletta elettrica tipo è cresciuta del 21,1%, contro un’inflazione del 5,4%, con un aumento reale del 15,7%, nonostante il costo dell’energia sia diminuito dell’1,7%. Nel frattempo, però, il prezzo del trasporto e della gestione del contatore è salito del 59,1% e quello degli oneri di sistema (fra cui gli incentivi alle fonti rinnovabili) addirittura del 95,4%.
Gas: la bolletta del gas, in effetti, è scesa in sette anni del 4,5%. Benissimo. Se non fosse che dal 2011 il calo del prezzo della materia prima ha toccato il 90,9%. Venti volte la riduzione del costo finale, tanto che il suo peso sulla bolletta è sceso dal 35,6 al 3,38%. E il resto? Semplice. I costi di “infrastruttura” e di vendita sono raddoppiati (+100,4% e + 99,5%). Autostrade: per le autostrade c’è un discorso a parte. Nel provvedimento con il quale è stata creata l’autorità per i Trasporti è esplicitamente previsto che dalle sue competenze in materia di tariffe autostradali sono escluse le concessioni in atto fino alla loro scadenza. E siccome per la gran parte di esse è ben lontano il fatidico momento (quelle della società Autostrade scadono nel 2038), ne consegue che l’authority non può mettere bocca su niente. La prova? Da quando è stata istituita, nel 2013, non ha mai deciso un solo intervento sui pedaggi. Che continuano inesorabilmente a crescere. A partire dalla privatizzazione della rete del gruppo Iri, nel lontano 1999, le tariffe sono salite in media di circa il 75%, il doppio di un’inflazione calcolata dall’Istat nel 37%. Chiudo richiamando l’articolo 1 della legge che nel 1995 istituì l’authority e il Garante delle comunicazioni: loro compito è quello di definire «un sistema tariffario certo, trasparente e basato su criteri predefiniti, promuovendo la tutela degli interessi di utenti e consumatori». Non ho altro da aggiungere!”.