Carsoli. La vicenda delle dimissioni di fine anno dell’ormai ex assessore Augusto Di Gennaro sembrano aver risvegliato il clima politico-amministrativo locale. Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere comunale Domenico D’Antonio capo gruppo di minoranza (Futuro Certo). “Ho aspettato ad intervenire sulla questione delle dimissioni dell’assessore Augusto Di Gennaro – afferma D’Antonio – in quanto attendevo un suo comunicato (che però ad oggi non c’è stato) per avere elementi sulle motivazioni di tale importante decisione. Del resto, essendo in periodo festivo, la chiusura degli uffici comunali non mi ha consentito di poter richiedere copia della lettera di dimissioni protocollata; nemmeno ho il dono di essere un veggente per affermare, come qualcuno ha fatto, che “sulla lettera di dimissioni non sarebbero contenute le motivazioni”. Credo che su quanto accaduto vadano fatte delle riflessioni e delle considerazioni:
- Innanzitutto apprezzare il gesto inaspettato ed isolato del Di Gennaro che con uno scatto di orgoglio e dignità ha rimesso il proprio incarico rinunciando alla comodissima poltrona di assessore; io feci questa scelta nel mio primo incarico, dimettendomi da vice sindaco ed assessore e comprendo perfettamente tutte le implicazioni che comporta prendere le distanze dalla maggioranza nella quale sei stato eletto, dovendo scegliere tra il rispetto del mandato dei cittadini e la presa di coscienza dell’impossibilità di realizzare e concretizzare tale impegno per le più svariate ragioni;
- È semplicistico e riduttivo ricondurre il tutto ad un singolo elemento (la collocazione del mercato); quando si prendono tali importanti decisioni sono molti gli elementi che, nel tempo, intervengono e che determinano il venir meno del rapporto di fiducia.
Del resto si avvertiva, già da tempo, che si stava verificando uno sfilacciamento ed uno sgretolamento all’interno della maggioranza e che solo l’attaccamento alla poltrona o l’aspirazione di prendere uno strapuntino riusciva e riesce a fare da collante. Il tutto si era ingigantito con la decisione illogica del sindaco Nazzarro e di molti appartenenti alla maggioranza di votare, per le elezioni degli organi provinciali, un rappresentante del Comune di Pescina e non Mario Mazzetti, assessore della stessa maggioranza e dello stesso territorio;
- Ancora una volta il PD carseolano ha vinto le elezioni facendo affidamento sul c.d. zoccolo duro (che vota con il paraocchi a prescindere da altre considerazioni e senza minimamente preoccuparsi dell’interesse del Paese) e sull’appoggio di persone della c.d. società civile che, poi, vengono puntualmente emarginate ed accantonate.
Speriamo che quanto accaduto serva da insegnamento per il futuro;
- Cosa succederà adesso? L’assessore Di Gennaro sarà semplicemente sostituito? Ed in questo caso da chi considerando che, pur esistendo molte anime all’interno della maggioranza, il PD ha sempre preteso la falsa rappresentazione che ci fosse un unico gruppo consiliare? Oppure le dimissioni saranno l’occasione per realizzare la d. alternanza degli assessori promessa e condivisa prima delle elezioni e che costituisce un ulteriore motivo di forte contrasto all’interno della maggioranza da qualche mese? Anche queste le solite promesse successivamente rinnegate.
- Il nostro Comune ha perso considerazione e dignità dentro e fuori il nostro territorio per atteggiamenti e comportamenti che non attengono al ruolo istituzionale ricoperto; dopo i botta e risposta con privati cittadini su argomenti delicatissimi, abbiamo letto delle assurde dichiarazioni del primo cittadino “avevo richiamato più volte lo stesso (Di Gennaro) a valutare l’opportunità di una maggiore presenza in Comune per adempiere alle delicate funzioni del suo ruolo”.
Se ciò corrispondesse a verità per quale motivo il sindaco ha cercato, con la collaborazione di altri componenti della maggioranza, di far desistere il Di Gennaro chiedendogli di ritirare le dimissioni?
- In tutta questa situazione lo scontento e sconcerto generale dei cittadini, l’acclarata incapacità amministrativa di questa maggioranza, il non rispetto degli impegni elettorali, la non realizzazione di quanto promesso e dei punti del programma elettorale, il degradamento continuo delle condizioni di vita nel nostro Paese non hanno avuto alcuna importanza? O forse la motivazione delle dimissioni risiede proprio nel fatto che qualcuno ha finalmente aperto gli occhi ed ha deciso di non volersi far coinvolgere fino in fondo in tale situazione, squarciando quell’apatia e quell’indifferenza che aveva colpito un po’ tutti, in particolare quei tanti fervidi scrivani molto prolifici durante la precedente amministrazione e che all’improvviso avevano ed hanno perso la vena creativa.
Forse il sindaco Nazzarro, in questa come in altre situazioni, avrebbe dovuto mostrare più ruolo istituzionale, più eleganza e più diplomazia. L’istinto, l’emotività ed il rancore non si addicono alla figura del primo cittadino; il sindaco Lauri, che era maestro in ciò, affermava spesso, riportando una frase di Pietro Nenni, che “la politica non si fa con i sentimenti figuriamoci con i risentimenti”. In tali situazioni sarebbe stata opportuna la c.d. tecnica del silenzio. Del resto, ricollegandoci a quanto sopra e facendo riferimento ad un detto popolare “non siamo mica al mercato”.