Avezzano. “La commissione paritetica rischia di essere un tavolo vuoto, probabilmente con il solo scopo di salvare la faccia davanti ai professionisti del settore”. La pensa così il consigliere regionale Gianluca Ranieri a seguito della bocciatura dell’emendamento proposto dallo stesso in sede di Bilancio per appostare risorse per i tribunali di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona che se non si pone nessun rimedio saranno soppressi entro il 2020.
“Ad oggi, l’unico dato certo”, afferma, “è che il governo non ha voluto stanziare le risorse che permetterebbero la prosecuzione dell’iter di salvataggio dei tribunali abruzzesi soppressi, per cui, anche laddove la commissione riuscisse a svolgere in tempo utile il suo compito, ovvero determinare quali siano le risorse necessarie al mantenimento dei presidi di giustizia, non ci sarebbero risorse regionali per avviare la sperimentazione e non resterebbe che rimettersi ad una decisione del governo. Come dire: tanto rumore per nulla!
La maggioranza ha votato contro compatta” spiega Ranieri “compreso il presidente Giuseppe Di Pangrazio, che evidentemente non ha capito a cosa potrebbe servire la Commissione paritetica. Probabilmente, il Presidente del Consiglio Regionale ha già sposato la tesi del sottosegretario Chiavaroli (che su questo tema è riuscita a dire tutto e il contrario di tutto) la quale ha recentissimamente affermato che i tribunali potranno salvarsi solo attraverso l’accorpamento, auspicando che la commissione abruzzese possa trovare una soluzione tecnica sostenibile da sottoporre al ministero, che evidentemente non potrà essere quello guidato dal Ministro Orlando.
Insomma, una serie infinita di scarica barile rischia di compromettere definitivamente la nostra ultima opportunità di salvaguardare il diritto dei cittadini alla tutela giurisdizionale, nonché la presenza di importantissimi presidi giudiziari, in zone dell’Abruzzo flagellate più di altre da infiltrazioni della criminalità organizzata.
Ora più che mai serve attenzione da parte di tutti, avvocati, magistrati e operatori del settore, ma anche semplici cittadini, perché non venga meno l’attenzione su un problema che rischia di tramutarsi in un disastro e che quante più persone possibile alzino la loro voce per chiedere che la “giustizia” non lasci soli i territori. Noi continueremo a combattere al fianco di costoro fino alla fine e con ogni mezzo per il raggiungimento di un obiettivo irrinunciabile per un paese che voglia definirsi civile”.