Canistro. È stato condannato a nove mesi di reclusione per corruzione privata l’imprenditore molisano Camillo Colella, patron della Santa Croce. Era accusato di aver pagato all’ex presidente della Banca Popolare di Milano, Massimo Ponzellini, una tangente di 700mila euro al fine di ricevere un trattamento di favore in alcune operazioni finanziarie. Il manager è stato condannato invece a un anno e sei mesi di reclusione per lo stesso reato.
Secondo l’accusa avrebbe corrotto Ponzellini attraverso la sua società Farmer e che abbia sostenuto i costi, con un’interposizione fittizia, della società lussemburghese Mavy, proprietaria dell’imbarcazione «Santa Maria a Mare» a sua volta dell’allora banchiere. In cambio Ponzellini e «gli organi di Bpm» lo avrebbero favorito in diverse operazioni bancarie tra cui l’acquisto di quote del fondo Goethe per un valore complessivo di 15 milioni di euro e il finanziamento della società Italiana Beverage. I giudici della Prima sezione del Tribunale di Milano, che hanno emesso la sentenza, hanno anche deciso la sospensione dell’esecuzione delle pene per entrambi per un periodo di cinque anni. Il reato di corruzione privata si potrebbe già prescrivere durante l’Appello ed è comunque difficile che, se confermato in secondo grado, possa reggere fino alla Cassazione.