Avezzano. Sergio Di Cintio, ingegnere già noto per i finanziamenti di 100.000 € a fondo perduto per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, dice la sua sulla legge regionale che governa, tutela e stabilisce la destinazione d’uso del suolo. “Abbiamo una legge, ad oggi, risalente al 1983, L.R. 18/83, modificata solo nel 1995 con la L.R. 70, ma oltre al fattore temporale ed ai cambiamenti avvenuti negli anni, c’è bisogno di innovazione, semplificazione e di meno burocrazia. Questa legge si basa su una nuova concezione del piano regolatore comunale, in linea con la legge nazionale sulla riduzione del consumo di suolo, ovvero nel territorio urbanizzato interventi di rigenerazione urbana, di sostituzione, riuso, mediante strumenti quali la riduzione del costo di costruzione, la demolizione e ricostruzione anche con la deroga agli standards urbanistici del DM 1444/68, per favorire un processo di modernizzazione urbana.
Questi sono motivi di fondamentale importanza perché ora possiamo parlare di territorio urbanizzato che è la nuova frontiera della pianificazione urbanistica. Rendere gli abitati vivibili e fruibili, sviluppare le aree non costruite, gestire il territorio mediante una progettualità sociale, a mio giudizio, sono attuazioni lungimiranti per la sviluppo della città. Il mio intervento è stato sottolineare l’utilità, nelle zone industriali, del riuso di fabbricati esistenti dando la possibilità, però, di cambiare la destinazione d’uso; questo argomento è vitale, sia per il non consumo di suolo sia per evitare di avere una desertificazione dei nuclei industriali, in modo da far utilizzare, questi edifici, alle aziende agricole del territorio, e alle attività commerciali, riportando come esempio il Nucleo Industriale di Avezzano. Ho espresso delle perplessità su un punto dell’art. 41 che porta ad una drastica riduzione del rapporto di copertura, nei suoli agricoli, che dovrà essere non superiore ad 1/10 del lotto di pertinenza dell’impianto, mentre l’art. 72 della vigente Legge Regionale, prevede un rapporto di copertura non superiore ad 1/4 del lotto di pertinenza, per i profani significa che su un ettaro di terreno oggi si possono realizzare 2.500,00 mq coperti con la nuova norma 1000,00 mq coperti, sono a favore del non consumo di suolo ma questa elevata restrizione è a svantaggio dello sviluppo dell’agricoltura della zona. Tutti questi fattori incidono sulla vita quotidiana e sulla qualità della stessa, di tutti i cittadini. Concludendo, ho sempre pensato che la priorità, per lo sviluppo delle città, deve essere posta ai bambini, sono loro il vero futuro, gli ambienti e gli spazi devono essere pensati e realizzati tenendo presenti le persone più deboli. La città e l’urbanistica devono fornire un ambiente adatto ad ogni fase della vita e della crescita, dall’infanzia alla vecchiaia. Parlare di Città, allora, sarà parlare di spazio e tempo, e non del rapporto che si vuole a tutti i costi rendere complesso e conflittuale tra uomo architettura e natura. Un mio precetto, su cui riflettere, è: “Anche nel progetto di una porzione minima, stiamo modificando il territorio”. L’urbanistica per me è passione non semplici leggi”.