Avezzano. E’ stato condannato dal tribunale di Avezzano dopo una lunga camera di consiglio terminata nel tardo pomeriggio di ieri. Il collegio giudicante (presidente Lupia, a latere Mastelli e Sgattoni), ha assolto con la formula dubitativa e in parte dichiarato prescritti parte dei reati, ma condannato a due anni e sei mesi di reclusione oltre ottomila euro di multa (senza benefici di legge) Antonio Alfredo Di Renzo, avezzanese di anni 53, per il reato di usura continuata e aggravata dalle difficoltà connesse al cattivo andamento dell’attività commerciale e per i rapporti avuti nell’ambito professionale quale ragioniere, consulente fiscale ed intermediario finanziario con la parte offesa G.A. anche questi di Avezzano di anni 58.
I fatti risalgono agli anni 2005-2010 ove tra le parti si instaurarono rapporti non solo di amicizia ma anche commerciali, che nel tempo portarono la persona offesa ad avanzare delle iniziali richieste che trovarono accoglimento da parte dell’odierno imputato quale semplice cambio assegni, e poi nel tempo per poter essere rivisitate e corrette con l’applicazione di interessi che di certo non hanno giammai rappresentato la soglia legale, sfociando nell’illecito penale in parte dichiarato prescritto ed in parte soggetto ad assoluzione perché il fatto non sussiste seppur con la formula dubitativa.
Ad essere coinvolta nella vicenda risulta esserci anche la sorella della parte offesa, costituitasi parte civile anche lei ai fini di vedersi riconosciuti i danni cagionati da parte dell’imputato e ciò in relazione alla cessione di effetti cambiari avvenuti nel periodo 2009=2010, rilasciati a garanzia del fratello, con l’applicazione di interessi chiaramente sopra la soglia legale.
A seguito della discussione tenutasi davanti il Tribunale collegiale, il pubblico ministero d’udienza titolare del fascicolo processuale Marizio Maria Cerrato, ripercorrendo anche i fatti che all’epoca del marzo 2010 portarono all’arresto del Di Renzo Antonio Alfredo con l’applicazione della custodia cautelare in carcere da parte dell’allora Gup Stefano Venturini, ha avanzato la richiesta di condanna ad anni sei di reclusione ed euro 8.000 di multa. Il difensore delle persone offese Roberto Verdecchia condividendo le richieste del pm ha avuto modo di avanzare la richiesta di liquidazione delle spettanze civili, accolte in parte.