Avezzano. Una richiesta da 5 milioni di euro per l’ex giunta Floris e per due tecnici che dovranno presentarsi davanti alla Corte dei Conti martedì. Sono infatti accusati di presunti illeciti nella costruzione del Nuovo municipio, struttura mai portata a termine e ancora chiusa. L’inchiesta è del sostituto procuratore generale, Erika Guerri, e vede sotto accusa l’ex sindaco Antonio Floris, Iride Cosimati vice-sindaco, Vincenzo Ridolfi, Ernesto Gallipoli, Marco Boleo, Bruno Di Cola, Domenico Mancini, Maurizio Bianchini, ex assessori e presenti alla delibera di Giunta numero 374 del 19 novembre 2008, e i tecnici Massimo De Sanctis, ex responsabile dell’ufficio urbanistico e Paolo Santoro, ingegnere e direttore dei lavori. Secondo l’accusa, si tratta di un’opera che non è completabile e quindi non utilizzabile. Per il collegio difensivo, composto dagli avvocati Mario Petrella, Paolo Novella, Roberto Verdecchia, Paola Ciciarelli, Herbert Simone e Giovanni Rosati, non è vero che l’opera non può essere completata visto che l’attuale amministrazione De Angelis ha già deliberato in consiglio comunale il 4 agosto e in giunta e il 26 settembre l’intenzione di completare varie opere, tra cui proprio quella del nuovo municipio. I tecnici sono accusati di dolo, mentre gli esponenti della giunta di colpa grave.
Gli accertamenti della della Corte dei Conti è partita dopo l’istruttoria della Procura della Repubblica di Avezzano sull’appalto dei lavori per la realizzazione del nuovo Municipio, il cosiddetto Contratto di Quartiere 2,. Secondo la tesi accusatoria, l’iniziativa amministrativa “ha portato alla realizzazione di un’opera incompiuta totalmente inadatta a ospitare la sede di uffici pubblici”. Le indagini avrebbero accertato che “a fronte di un’opera costata 5 milioni e 63mila euro e degli stati di avanzamento susseguitisi negli anni, il Comune di Avezzano al termine dei lavori appaltati e a seguito della variante delibera di Giunta comunale su proposta dei tecnici a fine 2008, avrebbe commissionato e avuto in uso un edificio municipale privo di impianto termico, impianto elettrico, impianto antincendio, accessori, tramezzi e serramenti interni, ma dotato di una parete ventilata, né richiesta dalla normativa sul risparmio energetico, né tecnologicamente idonea a produrre le qualità di ossigeno promesse”. In pratica il nuovo Municipio risultava essere “uno scatolone vuoto di cemento”. Va sottolineato che nei processi penali, l’ex assessore Vincenzo Ridolfi è stato assolto anche in Corte d’Appello con sentenza passata in giudicato, mentre Paolo Santoro e Massimo De Sanctis, i due tecnici, sono stati condannati con rito abbreviato ad un anno e otto mesi di reclusione.L’udienza è stata fissata per martedì mattina.