Avezzano. Moriva 10 anni fa Vito Taccone, il camoscio d’Abruzzo, grande campione di ciclismo forse troppo dimenticato n questo decennio dalle istituzioni ma sempre nel cuore della sua città e dei suoi concittadini. Vinse otto tappe al Giro d’Italia e un Giro di Lombardia e si era conquistato il soprannome “camoscio d’Abruzzo” non solo per le sue qualità di scalatore, ma anche per il suo temperamento irruento e da marsicano.
Nel decimo anniversario della sua morte, avvenuta il 15 ottobre, nulla è stato fatto e dopo il furto della statua a lui dedicata avvenuto il 27 giugno del 2014, e successivamente ritrovata, il monumento sul valico del monte Salviano è stato dimenticato e non si sa ancora quale saranno le sue sorti. Taccone, un vero idolo tra gli avezzanesi, morì per un infarto nella sua casa di Avezzano all’età di 67 anni. Secondo il figlio Cristiano, ma anche secondo i suoi migliori amici, il deteriorarsi delle sue condizioni di salute fu accentuato dallo stress subito a causa delle vicende giudiziarie che lo interessarono e per le quali si è sempre proclamato innocente chiedendo, anche incatenandosi davanti al tribunale, un processo in tempi brevi che non ottenne mai.