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Appalti Marsica, quella riconferma di Venturini garantita dalla politica. Nel mirino le gare Cam a Capistrello e Cappadocia

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
29 Settembre 2017
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Avezzano. Nell’inchiesta sugli appalti nella Marsica figurano i lavori di ristrutturazione del depuratore di Capistrello e anche presunti accordi per le gare di Camporotondo. Nel corso delle attività di intercettazione svolte a carico dei principali indagati Sergio Giancaterino e Antonio Ruggeri sono emersi anche illeciti commessi in concorso con l’amministratore delegato del Cam Giuseppe Venturini in relazione alla gara riguardando i lavori appaltati dal Consorzio acquedottistico marsicano per la sistemazione del depuratore del comune di Capistrello.

L’APPROCCIO SU VENTURINI. Secondo l’accusa, Venturini si sarebbe piegato alle richieste pressanti di Giancaterino e del suo intermediario faccendiere Ruggeri. I due, secondo l’accusa, sembra avessero la strategia di avvicinare amministratori e dirigenti per portare a termine i loro affari, a volte riuscendo nell’intento. Secondo l’accusa, infatti, Ruggeri manteneva stretti contatti con Venturini da diverso tempo per il suo ruolo all’interno del consorzio. Gli investigatori hanno monitorato un incontro avvenuto ad Avezzano e a Luco quando durante una cena i tre “pianificarono future attività illecite volte a favorire Giancaterino”. Quest’ultimo, con Venturini e Ruggeri, sempre secondo l’accusa, individuava una pluralità di opere pubbliche che il Cam doveva commissionare all’interno del piano di previsione di ristrutturazione potenziamento e ammodernamento dei depuratori.

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L’APPALTO DI CAPORTONDO. La mattina del 4 settembre 2015, giorno successivo alla pubblicazione sul sito internet del Cam della gara d’appalto telematica a procedura aperta per i lavori di completamento della rete fognaria del comune di Cappadocia nella frazione di Camporotondo, Ruggeri e Venturini, tramite sms, concordavano di vedersi nel bar sotto casa di Ruggeri.
L’importo dei lavori ammontava a 318mila euro. Ruggeri e Venturini avevano individuato, secondo il pm Maurizio Maria Cerrato, “una pluralità di comuni dove si sarebbero svolti gli interventi di manutenzione. La determina invece riportava la data del giorno successivo all’incontro alla pizzeria tra Ruggeri, Giancaterino e Venturini che secondo l’accusa si era conclusa con la promessa dell’appalto.

PIANO FALLITO. Va però sottolineato che gli sforzi posti in essere da Ruggeri e Giancaterino non sempre sono stati premiati dall’evolversi degli eventi. Nel caso del Lavoro nel comune di Cappadocia, nella località sciistica di Camporotondo, “a fronte della promessa ricevuta dal Venturini di far aggiudicare alla Giancaterino costruzioni le due suddette gare, sono subentrati degli imprevisti che impedirono di portare a compimento i programmi illeciti concordati con il pubblico ufficiale”. infatti la pubblicazione del bando avvenne con procedura aperta e telematica. La scelta, però, secondo l’accusa non sarebbe stata fatta da Venturini. “In particolare la pubblicazione del bando sul sito internet del Cam”, secondo l’accusa, “per le modalità di gara, online con procedura aperta per via telematica, scelta attribuite all’amministratore delegato dell’epoca, Leo Corsini, impedisce a Venturini di dare seguito alle promesse effettuata precedentemente, non potendo ricorrere previsti sistemi di alterazione di gara. Questo contrattempo imprevisto”, afferma l’accusa, “non arresta i loro progetti e interessi nei riguardi dei numerosi appalti che Cam doveva bandiere di lì a breve tempo. Gli stessi infatti, confidando comunque nella disponibilità del Venturini, hanno continuato anche dopo l’imprevisto a nutrire aspettative circa futuri incarichi da poter vincere per il tramite della cooperazione del Venturini”.

LA STRATEGIA RUGGERI-GIANCATERINO. Secondo la procura, Ruggeri e Giancaterino utilizzavano un metodo di approccio simile in tutte le situazioni. Avvicinato il pubblico ufficiale infedele e individuate le gare di proprio interesse si adoperano per fornire allo stesso i nominativi delle ditte da invitare, ditte appartenenti alla rete da loro costituita di favori reciproci scambiati e da scambiarsi.

L’APPALTO DI CAPISTRELLO. A seguito dell’imprevisto legato alla gara di Cappadocia, secondo i magistrati, “le comunicazioni fra i tre si sono svolte con estrema rapidità, quasi con concitazione e hanno avuto come conseguenza forti rimostranze dei due indagati Ruggeri e Giancaterino nei confronti di Venturini. Questi, però, in breve tempo viene a capo della situazione riuscendo, a causa del mancato buon fine del primo bando di gara, ad indire una procedura negoziata per l’assegnazione dei lavori a Capistrello. Infatti, il Venturini, a fronte della mancata presentazione di offerte per la gara con procedura aperta prima bandita, comunica a Ruggeri la propria disponibilità a condizionare la successiva fase di gara proprio in favore di Giancaterino, di fatto mettendosi completamente a disposizione dei due”.

RICONFERMA DI VENTURINI GARANTITA DALLA POLITICA. Ma come avrebbe giovato a Venturini assecondare le richieste di Ruggeri e Giancaterino? Uno di questi aspetti, secondo l’accusa, riguarderebbe la riconferma di Venturini nel suo ruolo dirigenziale all’interno del consorzio acquedottistico. “Pochi giorni dopo ferragosto”, si legge nell’ordinanza, “Ruggeri ha inviato a Venturini il seguente messaggio di testo: «ho colazionato con Di Pangrazio, sei intoccabile», riferendosi chiaramente all’appuntamento di qualche minuto prima finalizzato, appunto, ad intercedere per la riconferma del Venturini nel suo ruolo”. Il nome dell’ex sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, non compare negli atti giudiziari, ma viene soltanto citato da Ruggeri nell’sms.
Le indagini riguardano anche altri appalti indiversi territori, tra cui a Campotosto (comune dell’Aquilano che ha subito il terremoto del Centro Italia 2016-2017 e di L’Aquila del 2009), l’appalto per la manutenzione dell’area di campeggio Capparella e della struttura adibita a centro velico “casa dei pescatori”, oltre a interventi nell’ex discarica in località Reperduso, le aste pubbliche bandite dall’Unione dei Comuni delle Colline teatine, di cui il Comune di Casacanditella è capofila: a tale proposito, al centro dell’inchiesta i lavori di riassetto territoriale dell’area a rischio idrogeologico della località Colle grande del Comune di San Martino sulla Marrucina. @pietroguida

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