Avezzano. “Facciamo come l’altra volta… 15 ditte, e 10 sono le nostre”. È in questa intercettazione telefonica risalente al 4 settembre 2015 del vice sindaco di Canistro (L’Aquila), Paolo Di Pietro, che parla nella sua auto all’imprenditore Sergio Giancaterino, la descrizione, in estrema sintesi, del sistema illecito per controllare gli appalti pubblici portato alla luce dall’operazione “master list” della procura della Repubblica di Avezzano con 7 arresti ai domiciliari tra amministratori pubblici, funzionari, tecnici e imprenditori delle quattro province abruzzesi. Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari Francesca Proietti, l’indagine si è sviluppata su due procedimenti separati: il primo presso la procura avezzanese, “frutto di una serie di propalazioni accusatorie di un imprenditore, vittima di un ‘sistema tangentizio’ da parte di alcuni politici marsicani”. L’altro, inviato alla procura aquilana per competenza territoriale, nato da intercettazioni telefoniche e ambientali.
Le indagini, durate all’incirca un anno, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati per i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso e rivelazione di segreto d’ufficio. Nel corso delle attività investigative sono stati registrati plurimi episodi di corruzione, palesatisi attraverso la dazione di denaro in parte in contanti oppure sotto forma di consulenze, sponsorizzazione di una società di calcio dilettantistica, sub appalti a ditte di familiari degli indagati, acquisto di biglietti di lotterie patronali, noleggio di tendoni per una festa e contributi in beneficenza.
Le gare coinvolte nell’inchiesta sono 8. Per quanto riguarda il Comune di Canistro, sono quelle relative alla sistemazione e ampliamento del cimitero comunale, al risanamento e consolidamento del cimitero della frazione di Canistro Superiore e alla sistemazione del municipio canistrese. Per quanto riguarda Campotosto (L’Aquila), gli appalti riguardano la manutenzione dell’area di campeggio Capparella della struttura adibita a centro velico denominata Casa dei Pescatori, l’implementazione di servizi per la realizzazione della rete idrica nella stessa area, la chiusura della discarica in località Rapperduso. Per quanto riguarda l’Unione dei Comuni delle Colline Teatine, di cui è capofila il Comune di Casacanditella, l’inchiesta ha indagato i lavori di riassetto territoriale dell’area a rischio idrogeologico della località Colle Grande del Comune di San Martino sulla Marrucina. Per quanto riguarda il Consorzio acquedottistico marsicano (Cam), infine, la gara per la manutenzione del depuratore di Capistrello (L’Aquila).
“Un sistema corruttivo endemico, originato dalla presenza in molteplici enti pubblici nel territorio regionale di amministratori o funzionari inclini a fare mercimonio dei pubblici affidamenti con metodi delinquenziali e consuetudinari, a spregio delle più elementari norme che dovrebbero regolare il buon andamento della pubblica amministrazione. Sono le dure parole che il Gip del tribunale di Avezzano Francesca Proietti, scrive nell’ordinanza di custodia cautelare relativa alla operazione “master list” della procura della Repubblica di Avezzano con 7 arresti ai domiciliari tra amministratori pubblici, funzionari, tecnici e imprenditori delle quattro province abruzzesi eseguiti stamani dalla squadra mobile dell’Aquila che conduce le indagini. Il magistrato, nelle sue conclusioni, fa sua la relazione finale della polizia giudiziaria. Il Gip definisce il quadro “sconfortante”. La polizia e il giudice parlano di “malcostume dilagante, nella gestione e affidamento degli appalti pubblici in tutta la regione, che ha raggiunto livelli di guardia preoccupanti, tant’è che nessuna provincia può considerarsi immune da tali pratiche corruttive”, nelle quali “spesso le ditte vengono messe a conoscenza dai pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio di notizie che dovrebbero restare segrete”.