Scurcola Marsicana. La scossa di terremoto che domenica sera alle 21.58 ha fatto tremare tutta la Marsica ha seminato panico ed allarmismo tra la popolazione. Non solo perché si è trattato dell’ennesimo sisma in Centro Italia, ma, soprattutto, perché la Marsica è considerata una zona ad alto rischio sismico e con una storia di terremoti più o meno devastanti alle spalle avvenuti nel primo decennio del 1900, circa cento anni fa. Subito dopo l’evento sismico, che ha avuto una magnitudo di 3.9 ricalcolata poi in 3.7 con epicentro a due chilometri da Scurcola Marsicana, l’Ingv ha diffuso una nota in cui si parlava di “attivazione di una nuova struttura”.
“L’epicentro del terremoto che il 10 settembre 2017, alle ore 21:58 italiane, ha interessato soprattutto la Marsica occidentale, non è prossimo ai settori dell’Appennino centrale colpiti dalla lunga sequenza sismica iniziata il 24 agosto 2016”, ha dichiarato Fabrizio Galadini, dirigente di ricerca dell’Ingv, in un’intervista a rilasciata a Marsicalive. Dunque secondo gli esperti, la faglia che ha generato la scossa non appartiene e non ha correlazione alcuna con quel sistema di faglie responsabili dei terremoti di Amatrice (24 agosto 2016 magnitudo 6.0), Norcia ( 30 ottobre 2016 magnitudo 6,5) e Campotosto (18 gennaio 2017 sequenza di quattro forti scosse di magnitudo superiore a 5, con massima pari a 5,5).
“La zona era già nota per la sua sismicità. Ad esempio”, continua Galadini rispondendo alla nostra domanda circa possibili correlazioni con la faglia di Avezzano del 13 gennaio 1915 o con quella di Magliano dei Marsi del 24 febbraio 1904, “nel 1904 un evento sismico con magnitudo stimata Mw 5.7 causò danni consistenti agli abitati di Magliano de’ Marsi e Rosciolo; più recentemente, nel gennaio 2011, due scosse di magnitudo 3.8 (9 gennaio) e 3.5 (13 gennaio) furono distintamente avvertite dalla popolazione. L’area in questione”, continua, “è interessata da faglie che la comunità scientifica ormai da molti anni considera attive, come quella che ha generato il grande terremoto del 1915 (magnitudo stimata Mw 7.1). Da notare”, ribadisce il dirigente di ricerca dell’Ingv, “che le faglie della regione marsicana non sono adiacenti a quelle che hanno generato i terremoti della sequenza del 2016-2017. Per tali ragioni, pur non potendosi definire chiare relazioni con specifiche faglie per un singolo evento sismico di modesta magnitudo, si può ritenere che il terremoto in questione non sia riconducibile al medesimo processo sismogenetico della lunga sequenza dell’Italia centrale. In questo quadro, l’attivazione di una faglia nella regione marsicana rappresenta una “novità” nella corrente attività sismica dell’Appennino centrale”, conclude Galadini. @fededimarzio84