Avezzano. LFoudry-Smic, Fiom-Cgil: disattesi gli accordi presi per la produzione, chiediamo chiarezza. Le parti sociali scendono in campo e questa volta lo fanno con una serie di interrogativi che rivolgono direttamente alla casa madre dell’azienda più grande della provincia dell’Aquila passata lo scorso anno nelle mani di una multinazionale cinese. “Il 7 novembre 2016, presso il Mise, la dirigenza LFoundry è venuta a illustrarci le opportunità offerte dall’ingresso nel gruppo Smic”, hanno spiegato dalla Fiom-Cgil, “in quel contesto infatti la dirigenza della nuova LFoundry-Smic comunicava che Smic prevedeva una espansione in Europa nell’ambito di una crescita organica del 20% annuo. In particolare, lo stabilimento di Avezzano avrebbe dovuto iniziare a produrre un dispositivo molto richiesto dal mercato interno cinese, i ‘fingerprint’, per i quali gli stabilimenti di Smic non avevano capacità sufficiente; questo avrebbe dovuto consentirci di uscire dalla condizione di produzione monocliente-monoprodotto.
Di fatto i dispositivi ‘fingerprint’ avrebbero dovuto rappresentare i nuovi ‘filler’ ma molto più robusti poiché provenienti dalla nostra nuova casa-madre. Questa operazione avrebbe richiesto una espansione della superficie produttiva di MIT per garantire una capacità produttiva di 12000 Wfs/settimana con il nuovo mix produttivo. Oggi possiamo dire che quanto prospettato al Mise non si è realizzato, la produzione per la casa madre è stata fermata e la linea è stata riempita con prodotti On che, nel frattempo, ha incontrato una favorevole condizione di mercato al cui riflesso positivo siamo esposti anche noi. La richiesta del piano industriale più volte fatta dal sindacato non ha mai avuto seguito, vedendosi rimpallato dal Mise allo stabilimento e viceversa. Di fatto, a parte alcune dichiarazioni di intenti, sul futuro di questo stabilimento non abbiamo nulla. Per carità, in questo settore i programmi a medio-lungo termine sono impensabili, lo sanno tutti, peró in meno di 1 anno (novembre 2016 -> agosto 2017) le cose sono cambiate numerose volte ma in un solo caso abbiamo avuto notizie dalla dirigenza e ci sembra un po’ pochi.
A oggi non abbiamo notizia di quanto sia stato investito ad Avezzano con soldi “cinesi” e quanto con soldi “italiani autoprodotti” e anche qui, non conoscendo le prospettive produttive non sappiamo neanche quale sia l’investimento potenziale; invece assistiamo ad un “commissariamento” che sa più verifica delle competenze/potenzialità piuttosto che di supporto alla gestione/produzione. A questo punto ci chiediamo: qual è il programma per lo stabilimento di Avezzano alla luce delle mutate strategie produttive? C’è ancora la possibilità di diversificare la produzione, linea permettendo, allo scopo di fornire prospettive più robuste allo stabilimento? E’ ancora in previsione l’espansione della clean room così come inizialmente previsto? Quali garanzie sul fatto che il trasferimento di processo per costruire un backup interno a Smic per i prodotti ON non costituisca l’inizio dell’internalizzazione verso gli stabilimenti Smic? A che punto è il piano di espansione di Smic quantificato nel 20% annuo, con un occhio anche al mercato europeo? Orario di lavoro e Pdr sono argomenti importanti ma questi devono far parte di discussioni sulle strategie e sulle prospettive a medio-lungo termine per questo sito produttivo. Come Fiom-Cgil abbiamo fatto, tra le altre, queste riflessioni e ci siamo posti queste domande, che gireremo all’azienda”.