Voglio essere chiaro sin dall’inizio: questo articolo del blog non vuole in alcun modo giustificare il terrorismo. L’intenzione è quella di, numeri alla mano, cercare di dare il giusto peso a quello che viviamo ogni giorno. Da Madrid 2004 a Barcellona 2017 i morti per terrorismo sono stati in tutta Europa 725. In Italia abbiamo 800 morti ogni sei mesi sulle strade. OGNI SEI MESI! In tutta Europa oltre 120.000 l’anno, ma nessuno si sogna di dare del terrorista a chi non allaccia il proprio figlio sul seggiolino, nessuno inveisce contro un familiare che si mette alla guida alticcio, con la stessa foga con cui oltraggia i terroristi al telegiornale. Il poliziotto che spara ad un terrorista fa bene…ma lo stesso poliziotto che ci fa un verbale perché parliamo al cellulare è un bastardo. Tanti dopo un attentato (io compreso) hanno annullato un viaggio all’estero per paura del terrorismo, ma nessuno vede come un pericolo uscire di casa ogni giorno per recarsi a lavoro, in palestra o per andare in vacanza. Ribadisco quanto precisato all’inizio: non sto certo qui a giustificare il terrorismo, piuttosto sto cercando di mettere in guardia su numeri che, a volte, vengono sottovalutati, rispetto ad altri che, invece, vengono “pompati” per farci vivere nel terrore. Allora sopportiamo gli scanner e le file interminabili negli aeroporti, i controlli a tappeto e anche vivere nel terrore in una città blindata…ma di contro non tolleriamo per cinque minuti il ciclista che viaggia in coppia (si, anche quelli fanno parte dei morti sulle strade) oppure la zona a traffico limitato che ci costringe a fare due passi a piedi. Da anni tengo corsi di sicurezza dell’ACI sui sistemi di ritenuta e mi rendo conto di come a volte i numeri e le percentuali non bastino per far comprendere fino in fondo la pericolosità di quanto avviene tutti i giorni sulle nostre strade. Eppure, se ci riflettiamo, è duemila volte più probabile che io muoia in un incidente in auto, piuttosto che cada vittima di un attentato terroristico. Questo non significa abbassare la guardia contro il terrorismo, anzi, ma alzarla contro un nemico silenzioso, l’automobile, che crediamo amica ma che invece ogni anno ci porta via decine di amici e parenti se non usata con coscienza ed attenzione. Ma soprattutto mi auguro che questa analisi serva a farci puntare il dito contro noi stessi, facendoci capire che, quando ci mettiamo alla guida senza rispettare le regole del codice della strada, ci comportiamo a nostra volta da perfetti terroristi, nel nome di due religioni, chiamate ignoranza e menefreghismo, che sono molto più difficili da combattere. @francescoproia