Avezzano. Condizioni di lavoro insostenibili al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, rischi di errori nelle diagnosi e nelle terapie e ospedale allo sabando. Al pronto soccorso inoltre manca un presidio di polizia necessario al fine di scongiurare le frequenti aggressioni che si verificano soprattutto durante il turno notturno ai danni di medici e del personale sanitario. Sono solo alcuni aspetti della drammatica situazione in cui versa il’importante reparto marsicano.
Una situazione denunciata in un duro documento sottoscrittto da undici medici e da altri paramedici dell’unità di emergenza dell’ospedale marsicano, oltre ai due legali marsicani, Salvatore Braghini e Renzo Lancia. I medici hanno sottoscritto una lettera denuncia di fuoco indirizzata fra gli altri al ministro Beatrice Lorenzin, al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, all’assessore alla Sanità Silvio Paolucci, al direttore della Asl Rinaldo Tordera e ad altri dirigenti dell’ospedale per descrivere le condizioni molto gravi in cui versa il servizio. La carenza di personale, secondo la denuncia, di fatto metterebbe a rischio la salute dei pazienti, anche a causa del grande flusso di persone che ogni giorno arrivano al pronto soccorso. Per tali motivi i medici chiedono autorità competenti di prendere in tempi rapidi le opportune misure affinché al pronto soccorso venga assegnato un numero di personale medico adeguato a far fronte al carico di lavoro.
I dirigenti medici hanno sottoscritto un documento al fine di sollecitare una soluzione al problema. Dal 2014, per motivi diversi, il pronto soccorso ha perso quattro medici senza che fossero sostituiti. Il personale lavora in prima linea ed è alle prese quotidianamente con la necessità di fronteggiare continue emergenze sanitarie con tutto il carico di dolore ed emotivo del paziente e dei suoi familiari. Il pronto soccorso risponde a un bacino di oltre 180mila persone, assolvendo annualmente più di 40mila prestazioni sanitarie, senza considerare i presidi di Pescina e Tagliacozzo che portano il dato a 60mila. Quello di Avezzano è il secondo pronto soccorso d’Abruzzo dopo la struttura di Pescara. La situazione è peggiorata anche dopo la recente scomparsa del primario Franco Cardilli. “Per garantire standard qualitativi accettabili”, spiegano i medici, “sarebbe necessaria una forza lavorativa di almeno quindici unità, oltre a un medico da assegnare al reparto di osservazione breve (Obi). Invece i medici sono soltanto undici e di questi uno è impegnato per metà tempo dato che deve dividersi con l’ospedale dell’Aquila. SIamo inoltre tenuti ad assolvere anche ai compiti che riguardano il reparto di (Obi)”. Per ogni turno lavorativo sono presenti due e a volte anche un solo medico, mentre dovrebbero essere tre, uno per ogni sala visita. Anche il personale infermieristico diventa carente in quanto una unità viene dirottata al servizio di 118 che invece dovrebbe essere distaccato dal pronto soccorso e avere del personale dedicato. Secondo i medici, “questa situazione di stress lavorativo aumenta in maniera esponenziale anche il rischio di errore diagnostico o terapeutico esponendo il paziente e gli stessi operatori a gravi ripercussioni”.
Dalla Asl hanno fatto sapere, in una nota, che c’è stato l’ok della Regione a nuove assunzioni di medici a tempo indeterminato. Il manager Asl Rinaldo Tordera dà delle rassicurazioni in merito: “abbiamo avuto dalla Regione l’autorizzazione per procedere ad alcune assunzioni e rafforzare gli organici dei pronto soccorso in tutta l’azienda La concessione alle nostre richieste consentirà di puntellare anche l’organico ad Avezzano in modo da dare una prima risposta alle richieste di potenziamento, in attesa di poter effettuare ulteriori immissioni di operatori”. Per il 18 agosto è fissata una riunione per definire modalità e percorso in modo da giungere alla normalizzazione del servizio. Da parte di questa azienda, nei limiti delle attribuzioni concesse e dei vincoli procedurali, c’è la massima attenzione a migliorare l’organizzazione di un’attività cruciale all’interno del mondo ospedaliero”.