Avezzano. “L’Università senza biblioteca e senza Internet è come una chiesa priva di altare: nella prima non si può studiare, nella seconda pregare”. E’ uno dei passaggi dell’interrogazione, preannunciata e indirizzata al sindaco di Avezzano Antonio Floris, dal consigliere comunale Luciano Terra di Rialzati Abruzzo, sulle gravi carenze della facoltà di Giurisprudenza di Avezzano. “Chiedo di sapere”, dichiara Terra, “i motivi che, a tutt’oggi, hanno impedito al Comune di Avezzano di mettere a disposizione un locale da destinare a biblioteca e se l’amministrazione intende attivarsi subito in tal senso. La mancanza di una biblioteca”, prosegue Terra, “è una gravissima lacuna per l’attività didattica degli studenti che chiedono un servizio che dovrebbe essere insito nel concetto stesso di Università. Invece di indicare la soluzione del problema, si invitano gli studenti a rivolgersi altrove, alla biblioteca regionale. Come è possibile dare una risposta del genere, a dir poco di scarsa sensibilità?. Sull’altra grave lacuna, la mancanza di una sala informatica, non meno sconcertante è la risposta dell’attuale vice sindaco di Avezzano, Iride Cosimati. A suo dire, infatti, la colpa è degli studenti che la frequentano poco; insomma, il Comune si chiama fuori: se la vedano loro, i ragazzi, così poco interessati. Mentre abbiamo appena celebrato la scomparsa del genio della Apple che ha cambiato il mondo, Steve Jobs, e mentre epocali cambiamenti socio-geografici (vedi la cosiddetta ‘Primavera araba’, in alcune aree dei Paesi arabi) avvengono anche e soprattutto grazie alla Rete, nel capoluogo della Marsica (mica uno sperduto Paese!), si scopre – grazie alla denuncia dei giovani – che c’è una sede universitaria isolata, tagliata fuori da quell’enorme serbatoio di conoscenza che è appunto Internet. Chi si occupa della Cosa pubblica vive realmente il nostro tempo? “L’amministrazione, come sostiene il vice sindaco, spende 450.000 euro l’anno per una convenzione ma poi non controlla se ha effetti operativi e se si traduce in un effettivo servizio a beneficio degli universitari: un doppio danno: per la preparazione degli studenti e per le casse del Comune. In base ai dati riportati dalla stampa”, osserva, “l’Ateneo è passato da 500 iscritti del 2004 (anno di apertura della Facoltà di Giurisprudenza) ai 1.500 attuali, con un incremento di circa 700 studenti in poco più di un lustro. Un dato notevole raggiunto, come dire, a ‘motore spento’, senza il concreto e costante supporto di quei servizi fondamentali – Biblioteca, Internet coi quali il numero delle adesioni a Giurisprudenza avrebbe assunto proporzioni assai maggiori. I tanti universitari che arrivano da fuori regione (persino dalla Toscana!), non trovando, servizi adeguati, optano per altre sedi. Sorvoliamo, infine, sul clamoroso flop del progetto ‘Adotta uno studente fuori sede”, per il cui fallimento, naturalmente, la responsabilità ,anche stavolta, non è del Comune ma della ‘diffidenza’ degli anziani. Sarebbe auspicabile che su questioni vitali come l’Università ad Avezzano (il nostro presente e futuro) si ponesse la medesima, puntuale solerzia manifestata nell’annunciare, con un’enfasi degna dell’inaugurazione di una grande opera pubblica- l’intitolazione all’’Unità d’Italia’ del sentiero che dalla città conduce al Monte Salviano. Intitolazione che, ironia della sorte, anziché sollecitare richiami unitari, ha avuto il portentoso effetto di produrre immediate divisioni nell’opinione pubblica”. Sullo stesso argomento è intervenuto anche Carlo Tinarelli, consigliere comunale del Pd, secondo il quale “la sede universitaria deve essere dignitosa e dotata di tutti i servizi necessari per la didattica. Dal momento che questa sede ha un costo annuo piuttosto alto per le casse del Comune sarebbe auspicabile che l’amministrazione pensasse a un maggiore investimento sull’edificio e sui servizi per avere poi un maggiore bacino di utenze e un conseguente ritorno economico per la città”.