Avezzano. Con il prosciugamento del terzo lago d’Italia Alessandro Torlonia ottenne il tanto agognato titolo nobiliare di Principe del Fucino. Torlonia, che dovette chiudere la sua banca per far fronte alle ingenti spese del prosciugamento, riuscì nell’impresa che, in venti secoli, tanti personaggi illustri avevano tentato invano. La sfida tra il Fucino e Torlonia divenne epocale: il Principe diede fondo a tutti i suoi averi pur di avere dalla sua le migliori menti e tecnologie del XIX secolo; la frase più celebre attribuita al Principe infatti è “O Torlonia prosciuga il Fucino, o il Fucino prosciuga Torlonia”. Dall’altro lato il Fucino, che vendette cara la pelle fino all’ultimo, cercando di vanificare gli sforzi degli ingegneri svizzeri e francesi, ben determinati a portare a termine quell’impresa da tutti considerata impossibile. La storia ci insegna che questa sfida venne vinta dal Principe, ma il Fucino deve aver segnato in profondità Torlonia che, proprio grazie a quest’opera, aveva rischiato di finire sul lastrico. E’ forse questo il motivo che lo spinse a riprodurre la copia esatta del lago del Fucino nella sua villa di via Nomentana? Pochi sanno, infatti, che al centro della sua residenza romana il Principe volle una ricostruzione in scala del lago, decisamente più piccolo, ma estremamente dettagliato giacché venne rispettata persino la batimetria dell’originale. Quali furono le ragioni di questo gesto? Nessuno lo sa di preciso, si possono solo avanzare delle ipotesi. Una (decisamente poco credibile) potrebbe essere quella che il Principe si sia sentito in colpa per aver prosciugato il terzo lago d’Italia e per aver stravolto il clima di un’intera sub-regione. Un’altra potrebbe essere legata ad una sorta di rivincita del Principe, intenzionato a voler conservare in qualche modo lo “scalpo” del nemico, e poterselo gustare ogni qual volta avesse avuto bisogno di ricordarsi di aver compiuto un’impresa da tutti definita impossibile. Oppure, più semplicemente, è stato un omaggio al suo acerrimo nemico, l’unico che ha rischiato di mandarlo sul lastrico e che invece, alla fine, gli ha fatto guadagnare il tanto desiderato titolo nobiliare. Nessuno saprà mai la verità ma intanto questo laghetto, ultimo baluardo del glorioso lago del Fucino, continua a vivere nella residenza romana dell’unico uomo che è riuscito a cancellarlo dalla faccia dalla terra. @francescoproia