Avezzano. Si chiama Adriano Emi il giovane studioso di Avezzano che ha parlato e scritto di Franca Valeri. Una bella storia la sua che va raccontata: contro ogni perplessità che a 96 anni potesse avere la forza fisica di presentarsi all’Auditorium del Parco dell’Aquila ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Studi Letterari e Culturali la scrittrice, regista e attrice Franca Valeri. A tale proposito la signora Valeri si è anche prestata a presentare questo libro, scritto con il suo aiuto da Adriano Emi, con Prefazione di Massimo Fusillo: Franca Valeri, l’opera e il mito (Aracne 2017, 472 pagine), i cui proventi sono stati interamente devoluti all’Associazione Franca Valeri per gli animali abbandonati. Lei è apparsa a capo della tavola rotonda della commissione accademica togata che l’ha onorata. Apparsa, come un’imperatrice, o una divinità, le braccia tese verso il pubblico di giornalisti, docenti e studenti che affollavano la sala. Il direttore dell’Accademia di recitazione Scharoff, Luigi Rendine, le ha consegnato una targa: “A Franca Valeri, per il 70nnale di carriera, dall’Accademia P. Scharoff, alla sua prima e più grande allieva”.
Con l’espressione di chi è portata in trionfo ha poi ascoltato la Laudatio del professor Massimo Fusillo che, paragonandola a Pasolini, l’ha definita superiore a lui perché liberata dal “livore apocalittico: lo sguardo di Franca Valeri è invece molto impregnato di un distacco ironico che le permette di andare in profondità. […]Un’attrice comica, di una comicità che si tinge spesso di malinconia scettica, forse la cifra idiosincratica di questa grandissima artista. Mi preme sottolinearlo perché sappiamo bene che l’accademia ha in passato sottovalutato tanto la comicità, quanto il mestiere di attore. Gli attori hanno sempre smontato e rimontato secondo le loro esigenze copioni, personaggi, situazioni narrative, lasciando spesso una loro impronta inconfondibile. In tutte le apparizioni di Franca Valeri questa impronta si sente: l’impronta di un’attrice-autrice che ha una sua strategia espressiva, e che torna su alcuni temi prediletti come lo snobismo, la modernizzazione, il rapporto madre-figlio, l’omosessualità”. Così la Valeri ha ricevuto la sua pergamena ascoltando le tantissime, lusinghiere motivazioni alla Laurea lette dalla rettrice Paola Inverardi che ha concluso dicendo: “per essere riuscita ad essere sempre, con coerenza, in tanti decenni di attività? Multiforme, una grandissima “donna di scena, donna di libro”. Qui è partito il momento teatrale, si è elevata al cielo la voce inconfondibile della festeggiata che ha emozionato tutti con un monologo ironico ed eroico al tempo stesso: “Chi è questa signora!? Così onorata! Da dei professori! Lei che non ha mai frequentato un’università se non per 15 giorni. Era in Lettere naturalmente. Quello che oggi mi viene offerto con tanto calore è preceduto da un volume colossale, scritto da Adriano Emi: ma tutte queste cose me le merito? Mah! Ho dato in realtà un esame, di Estetica, con il prof. Banfi. Ma poi si è fermata lì. Io volevo il teatro e l’ho onorato. Sono rimasta attaccata a questa bellissima carriera. Io ringrazio Adriano Emi che ha scritto un libro talmente minuzioso su tutta la mia attività che me l’ha fatta conoscere!! E’ stato veramente un regalo. Grazie Adriano, ma come hai potuto intuire tutto quello che mi capitava?”Il gran finale della Lectio magistralis recitata da Franca Valeri è stato dedicato invece alla “gioia di rivedere questa città”