Avezzano. Sono molti i casi in cui la chiusura del reparto di Neurochirurgia di Avezzano, disposta dal primario dell’Aquila Renato Galzio, ha provocato polemiche e creato disagi a pazienti in casi di emergenza e urgenza. Taqnti i trasferimenti di pazienti gravi all’Aquila a causa dell’assenza del reparto salvavita hanno provocato nei mesi scorsi indignazione e proteste. Stavolta, però, la vicenda sollevata dal consigliere regionale Leandro Bracco, secondo il direttore sanitario della Asl Rinaldo Tordera, è stata “un’inaccettabile strumentalizzazione”. La neurochirurgia, infatti, secondo la Asl, non avrebbe nulla a che fare con il caso della giovane mamma colpita da una ischemia. “La patologia della paziente trasferita dall’ospedale di Avezzano a quello dell’Aquila”, afferma il manager della Asl, Rinaldo Tordera, in merito al caso della donna di 32 anni, colpita da un malore venerdì scorso all’ospedale di Avezzano, “non era e non è, allo stato attuale, di competenza neurochirurgica. La donna sarebbe stata curata ad Avezzano se vi fosse stata la disponibilità di posti letto nel reparto di rianimazione: le notizie apparse sulla stampa sono quindi un’inaccettabile strumentalizzazione, specialmente laddove si parla di una situazione molto critica, nella quale sia i familiari sia i medici hanno bisogno della massima serenità”.
Una vicenda che ha sollevato anche dure reazioni da parte dei familiari, convinti anche loro che si sia trattata di una strumentalizzazione. “La paziente, che era ricoverata nel reparto di ginecologia dell’ospedale di Avezzano”, spiega senza mezzi termini la Asl, “ha avuto un problema successivo al parto da cui è scaturita una patologia neurologica la cui terapia, ancora allo stato attuale, è medica e non chirurgica. Al momento del malore che ha colpito la donna, non essendovi posti liberi nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Avezzano, ne è stato disposto l’immediato trasferimento nell’ospedale dell’Aquila dove la paziente è attualmente ricoverata, in condizioni molto gravi, nel reparto di rianimazione, diretto dal professor Franco Marinangeli, assistita con le migliori cure. Da ciò si evince con chiarezza che, trattandosi di una patologia neurologica, il neurochirurgo non avrebbe avuto nessun motivo per intervenire. E’ del tutto evidente, quindi”, conclude Tordera, “che le notizie riportate su questo caso, su una presunta mancanza di assistenza ad Avezzano, sono completamente destituite di fondamento e si prestano a una palese strumentalizzazione. La paziente è stata gestita nel modo migliore dalla Asl, che va intesa come una unica squadra, organizzata per gestire tempestivamente e nel miglior modo possibile tutti i cittadini della provincia”.