Tagliacozzo. E’ tutto pronto per la grande festa del Volto Santo che quest’anno proverà a ripercorrere la strada delle liturgie più antiche e delle tradizioni originarie della più importante festa della municipalità. Si partirà domani mattina con il consiglio comunale in seduta straordinaria e solenne alle 12 per il conferimento di due cittadinanze onorarie. Alle 17 ci sarà il rito della consegna della Sacra Effigie del Volto Santo da parte delle monache benedettine nelle mani del sindaco della città di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio, ed esposizione del quadro nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano, in presenza delle autorità religiose, civili e militari. Seguirà la Santa Messa solenne officiata dal parroco don Bruno Innocenzi.
Alle 18 sarà la volta del concerto al teatro Talia dell’ensemble di musica barocca “Anello Musicale” diretto dal maestro Luigi Poggiogalle. Alle 19 ci sarà il ricevimento delle autorità al Foyer del teatro e vin d’honneur. In serata, alle 21, si veglierà in preghiera con l’animazione del coro parrocchiale “Rosella Morgante”. Il giorno della festa, che si tiene la domenica in albis, alle 10.30 sarà celebrata la santa messa pontificale presieduta da monsignor Orlando Antonini, arcivescovo titolare di Formia, nunzio apostolico e concelebrata dal clero della città e della forania. Parteciperanno ovviamente l’amministrazione comunale, le autorità e anche amministratori e sindaci della Marsica. Alle 11.30 partirà la solenne processione in piazza dell’Obelisco che si concluderà con l’omelia e la tradizionale benedizione che richiamerà in piazza dell’Obelisco migliaia di fedeli con i tradizionali dolci della Benedizione preparati secondo una ricetta centenaria. Nel pomeriggio, alle 17, si terranno i solenni vespri in canto gregoriano, atto di omaggio da parte della popolazione e riconsegna della sacra effigie alle monache benedettine. Alle 18 si esibirà il complesso bandistico città di Tagliacozzo, mentre alle 21 si aprirà il sipario del Teatro Talia per il concerto di primavera del “Trio Amiternum”.
La festa del Volto Santo è da sempre la festa della municipalità della città di Tagliacozzo. Tra il XVII e il XVIII secolo, un principe di casa Colonna, duca di Tagliacozzo, fece dono all’università del dipinto raffigurante l’immagine del Cristo sofferente impressa sul velo della Veronica, la pia donna che sulla strada del calvario volle detergere il volto di Gesù dal sangue e dal sudore della passione.
La donazione del Principe di Casa Colonna riguardò anche alcuni beni immobili, la cui rendita è destinata alle esigenze di spesa per gli annuali festeggiamenti che il comune si impegna ad organizzare. La tela reca sul retro due iscrizioni. La prima, con grafia del XVIII secolo, recita “Questa Sacratissima immagine l’ha toccata il Sacratissimo Volto Santo di Nostro Signore Gesù Cristo che si conserva nella Basilica Vaticana in Roma ed è la sua vera Effigie”. La seconda “Questa Sacra Effigie nel luglio del 1896 fu fatta restaurare dal Prosindaco Giuseppe Valentini”.
Il cerimoniale di questa ricorrenza, unica per la fusione tra l’aspetto religioso devozionale e quello civile e laico, vuole che il sindaco di Tagliacozzo con la giunta e l’intero consiglio, alla sera del sabato, siano accolti dal parroco di Santi Cosma e Damiano nel cortile antistante e vengano introdotti nel presbiterio, dove sono in attesa le altre autorità. Il sindaco quindi si pone innanzi alla “ruota” della clausura attraverso la quale la badessa fa passare la sacra effigie che è quindi esposta alla venerazione dei fedeli in un’artistica raggiera dorata del xix secolo. lo sparo dei mortaretti e il suono festoso delle campane accompagnano il rito. segue quindi la santa messa solenne, presieduta fino a qualche anno fa dal vescovo dei marsi. al termine, nei saloni del vicino palazzo ducale, il sindaco offriva un sontuoso rinfresco a tutte le autorità civili, militari e religiose e alla cittadinanza intervenuta. un tempo la popolazione vegliava in preghiera tutta la notte la sacra immagine e l’indomani, dopo la messa solenne, la sacra effigie sorretta dal clero locale, come anche oggi d’altronde accade è trasferita processionalmente nella piazza dell’obelisco, dove da un balcone appositamente parato, per le mani di un sacerdote nato a tagliacozzo, viene mostrata alla venerazione dei fedeli e dopo il sermone da parte di un prelato e la recita del “confiteor”, è utilizzata per impartire la benedizione finale alla folla dei convenuti. Proprio in questo istante la bellissima fontana dell’obelisco schizza oltremisura in alto l’acqua e i suoni festosi delle campane e della banda solennizzano ed emozionano ancor di più il momento culminante della festa. Mentre i bambini elevano al cielo le uova pasquali e i tipici dolcetti “colombelle e cavallucci”, confezionati dalle monache predette. Per questi motivi viene anche chiamata “festa della benedizione”. Nel pomeriggio, al termine del canto dei vespri, il sindaco restituisce il volto santo alle monache.
Il cerimoniale di questa solenne ricorrenza annuale è codificato da secoli, anche se negli ultimi anni, se ne sono perse alcune caratteristiche di non secondario valore che tuttavia la nostra amministrazione vuole recuperare. La municipalità di tagliacozzo ha quindi in questa festa un provvidenziale, peculiare e indissolubile “legame” con la chiesa cattolica locale che sublima e compendia le antiche tradizioni, l’unità e la civiltà della nostra società.