Avezzano. “Contestare un progetto è un esercizio di democrazia legittimo se mirato alla reale difesa del bene comune, gettare fango su un’amministrazione votata da oltre il 63% dei cittadini adombrando chissà quali loschi interessi di “qualcuno”, come fanno le fantomatiche 8 associazioni capitanate da un esponente dei Ds, no. Cimentarsi in analisi economiche non supportate da numeri reali ma solo dalla fantasia denigratoria, per poi vagheggiare addirittura un fantomatico piano per consegnare duemila parcheggi e pezzi del centro storico a una società “straniera”, a pochi mesi dalle elezioni, producendo un danno economico alla città, è disinformazione e propaganda politica”, questa la posizione del sindaco di Avezzano, Antonio Floris e dell’assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Biachini sugli interventi delle associazioni della città sulla realizzazione dei due parcheggi interrati di piazza Martiri di Capistrello e piazza Matteotti. “Oseremmo dire che sono chiacchiere in libertà con un solo preciso obiettivo: creare confusione per non entrare nel merito di un progetto destinato a rivoluzionare, in positivo, il cuore pulsante di Avezzano. La necessità di dare risposte alla città migliorando l’area di Piazza Matteotti risale al 1991, quando l’amministrazione dell’epoca mise in cantiere un progetto poi rimasto sulla carta per carenza di fondi. Nel 2009, a metà mandato, quindi 2 anni fa, proprio per risolvere un problema annoso, l’amministrazione Floris rimise in carreggiata il percorso, non a caso sostenuto da associazioni di categoria e operatori dell’area, ma i due bandi andarono deserti e la minoranza salì sul “pulpito” accusando la maggioranza di sperperare il denaro pubblico. In realtà l’unico vero obiettivo dell’amministrazione era e rimane quello di migliorare il centro storico e la discussione aperta sul project financing presentato da una società non abruzzese, ma siamo in Europa, è quello di guardare avanti, ovviamente tenendo al centro gli interessi comuni, per dare le risposte attese dagli avezzanesi. Il consiglio comunale non è chiamato ad approvare i contenuti tecnici del progetto, ma a pronunciarsi solo su una questione: “l’interesse pubblico”. Il voto a palazzo di città, infatti, non porterà all’assegnazione dell’appalto. Se positivo, allora sarà bandita la gara per individuare la proposta più vantaggiosa per il Comune. Sarà quello il momento delle valutazioni reali per chi ha a cuore i reali interessi della città, con buona pace delle chiacchiere in libertà degli 8 pseudo-difensori della collettività”.