Avezzano. La Marsica, con una cerimonia solenne, ha ricordato ieri i caduti nel terremoto del 1915 che alle 7 e 52 colpì l’intero territorio e in particolare Avezzano (30 mila morti). Ieri mattina sul monte Salviano si è tenuta la commemorazione. Sotto una stele di pietra, eretta molti anni fa in memoria delle vittime, dopo 102 anni dal tragico evento, si sono date appuntamento le più alte cariche delle forze dell’ordine, i rappresentati delle associazioni di volontariato e alcuni sindaci della Marsica. “Ricordare questo tragico avvenimento”, ha dichiarato il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, “vuol dire alimentare la nostra memoria e spiegare ai giovani la storia del nostro popolo, forte, coraggioso e capace di rinascere dopo una catastrofe”. Alla cerimonia ha partecipato anche il nuovo prefetto dell’Aquila, Giuseppe Linardi, alla sua prima visita ufficiale ad Avezzano. “Stiamo ricordando un evento terribile”, ha commentato il prefetto, “accaduto in un territorio davvero tormentato da questo punto di vista ed è giusto esserci soprattutto con una visione di prospettiva è di progressiva uscita da questo tipo di fenomeni non soltanto se la natura ce lo consentirà ma soprattutto se l’uomo deciderà di svolgere una giusta ricostruzione”. Nel corso dell’evento, il vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, ha benedetto una corona deposta alla base della stele. Erano presenti per l’occasione, oltre al presidente del consiglio regionale, Peppe Di Pangrazio, un gruppo di ultrà dell’Avezzano calcio ed una rappresentanza di giocatori dell’Avvezzano Rugby.
A Celano l’amministrazione comunale, con una sobria ma toccante cerimonia, ha voluto rendere omaggio a tutte le vittime del tragico terremoto. Il sindaco Settimio Santilli e la presidente del consiglio comunale Lisa Carusi si sono recati al cimitero comunale dove è stata deposta una corona di fiori al monumento dedicato a Mariannina Letta la donna che rappresenta uno dei simboli delle vittime del terremoto. La giovane, promessa sposa morì sotto le macerie della sua abitazione alla vigilia delle nozze. Nino, il giovane notaio e violinista a ricordo di Mariannina fece scolpire una statua che riproduceva la sua giovane sposa con il braccio levato verso il cielo, mentre con la mano stringeva il lenzuolo nell’ultimo disperato gesto di sopravvivenza.