Avezzano. La Saes investe sette milioni di euro per potenziare lo stabilimento e punta tutto su nuova linea produttiva incentrata sull’innovazione. La Saes guarda in avanti e sale sul podio dei polmoni economici della Marsica. La multinazionale ha siglato importanti accordi che gli permetterà nei prossimi anni di produrre e commercializzare i materiali necessari per la realizzazione dei dispositivi flessibili come televisori e smart-phone e di apparati per i dispositivi mobili come tablet e cellulari. Un salto di qualità che darà l’opportunità finalmente allo stabilimento di Avezzano di uscire fuori dal periodo buio e ai dipendenti di tirare un sospiro di sollievo. Proprio loro, infatti, hanno stretto i denti per 7 anni e sono andati avanti grazie ai contratti di solidarietà cercando sempre di dare il massimo.
Ora, però, i 230 dipendenti dell’azienda del nucleo industriale che produce componenti per l’alta tecnologia potranno guardare al futuro con più serenità. Lo stabilimento guidato dall’amministratore delegato Cesare De Cesare è al centro di un maxi restyling che, grazie a un investimento sostanzioso, gli permetterà di produrre una nuova linea e di conseguenza di essere più competitivo. Gli accordi internazionali portati a casa dalla Saes hanno dato nuova linfa anche al sito marsicano. Mentre negli altri stabilimenti si punterà sulla produzione di nuove tecnologie per le tv e gli smart-phone flessibili da qualche anno sul mercato, ad Avezzano i dipendenti si dovranno concentrare su una produzione di componentistica per dispositivi mobili, come smart-phone e tablet, e di auricolari e altri optional del settore. Un ramo della tecnologia in crescita e in continua espansione che darà un’ulteriore stabilità all’azienda e una maggiore sicurezza per il futuro ai lavoratori.
L’importante sfida, infatti, verrà vinta anche grazie all’impegno degli operai che in questi anni hanno accettato i contratti di solidarietà continuando a dare il massimo. Fino ad agosto, infatti, l’azienda potrà utilizzare gli ammortizzatori sociali ma in molti pensano che verranno interrotti prima anche alla luce delle nuove prospettive di crescita. Fino a ora, infatti, i contratti prevedevano un giorno di cassa a settimana per i lavoratori in base alla produzione del reparto in cui operavano. Se un settore andava meglio nessuno si fermava, se un altro invece aveva una flessione della produzione gli operai rimanevano a casa un giorno. Nei prossimi mesi, aumentando il lavoro grazie agli investimenti e alle nuove produzioni, si avrà sicuramente bisogno di tutti i lavoratori e quindi verrà meno la necessità di ricorrere ai contratti di solidarietà. “Grazie ai nuovi investimenti le prospettive per i lavoratori della Saes sono assolutamente positive”, ha spiegato Antonello Tangredi della Fim-Cisl che ha seguito negli ultimi anni i lavoratori dei siti di via Diesel e via Nobel, “le maestranze sono state messe in salvo e di questo non possiamo che essere soddisfatti. Tutto questo è stato possibile grazie all’investimento voluto dalla compagnia che è stato determinante per il futuro dell’azienda. Purtroppo è innegabile che senza avremmo dovuto fare altri contratti di solidarietà. Questa è una notizia positiva non solo per l’azienda e per i dipendenti ma anche per il territorio. Il nucleo industriale è sempre più spoglio e a parte la Smic, la Fiamm e la Saes purtroppo c’è rimasto ben poco”.